“Po esse”, la frase dei dubbiosi
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Lo hai mai sentito pronunciare? Non è solamente un modo di dire, ma anche un’importante lezione di vita, che invita a guardare il quotidiano con ottimismo, facendo buon viso a cattivo gioco nelle situazioni in cui tutto sembra andare storto.
“A chi tocca nun se ‘ngrugna” è un modo di dire che a Roma si sente pronunciare molto spesso, perchè è tipico del romanesco e di conseguenza è normale che nell’eterna città si senta ripetere molto.
Tuttavia non è semplice capire cosa vuol dire, a meno che non si conosca il dialetto di Roma, perchè è composto da delle parole che non significherebbero nulla qualora dovessero essere tradotte nell’italiano corretto. Chi non è di Roma e non conosce il romanesco ha infatti qualche difficoltà a capire cosa vuol dire e a comprendere quale lezione di vita si nasconde tra le sue parole.
L'”a chi tocca nun se ‘ngrugna” non è solamente un modo di dire tipico di Roma, ma anche un bel consiglio di vita, che se seguito potrebbe rendere migliori i giorni del quotidiano.
Con la giocosità delle sue parole, invita le persone a guardare la vita con un occhio filosofico e a non prendersela qualora qualcosa dovesse andare storto. Capita a tutti di vivere dei momenti no, ma quando arrivano è bene non focalizzarsi su di loro, ma piuttosto guardare oltre.
Non è ben chiaro il momento il momento esatto in cui questo modo di dire abbia avuto origine, ma sembra sia nato dalla “Passatella“, un antico gioco di carte. Pare che la frase si pronunciava nel momento in cui qualcuno perdeva una partita e non poteva bere per un giro.
Per cui si ripeteva a ogni mano, la frase “a chi tocca nun se ‘ngrugna”, ovvero ” a chi capita non se la prenda”.
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