“Chi tte fa più de mamma, o tte finge o tt’inganna”, un omaggio alle mamme che fa da lezione di vita
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Sembrano due lettere unite quasi per caso, ma in realtà hanno un significato ben preciso. Sono infatti la preposizione più usata di tutto il romanesco.
È davvero difficile trovare nell’italiano corretto delle parole che siano equivalenti a quelle del romanesco, dato che perfino le preposizioni sono diverse in entrambi i linguaggi.
Basta pensare alla preposizione articolata “alla“, che in italiano corretto corrisponde all’unione della preposizione semplice “a” con l’articolo determinativo al femminile “la”. Nel romanesco non esiste mica questo tipo di preposizione! C’è piuttosto l'”aa”.
Apparentemente può sembrare un errore di battitura oppure una parola priva di senso, ma in realtà si tratta di una preposizione articolata, che corrisponde alla parola in italiano “alla”.
Prevede l’eliminazione delle due “l” che la compongono e quindi l’accostamento delle due “a” che si trovano al capo e alla coda della parola. Anche nel parlato la preposizione si pronuncia nello stesso modo in cui viene scritta, ovvero “aa”. Non prevede nessun accento e nessun distacco fonetico della due “a”. Foneticamente infatti la preposizione corrisponde quindi a una “a” allungata.
Per capire basta pensare alla frase “pasta alla carbonara”, che in romanesco diventa “pasta aa carbonara” sia nella sua forma verbale che scritta.
“Alla” non è però la sola preposizione articolata che nel romanesco è totalmente diversa rispetto a com’è invece presentata nell’italiano corretto. Anche le altre preposizioni lo sono.
Basta pensare alla preposizione articolata maschile “dal“. In romanesco diventa “dar” oppure “da lo”, mentre al femminile diventa invece “da la“. Oppure a “sullo” che diventa “sur” o al femminile “sulla” che diventa invece “su la”. In romanesco si differenziano totalmente dall’italiano.
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