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Tre storici quartieri confinanti l’uno con l’altro, tre storie diverse ma allo stesso modo uniche all’interno di questo gigantesco mosaico di persone e racconti che è Roma, andiamo a conoscere la storia di Statuario, Capannelle e Osteria del Curato.
Quando di solito si parla di Roma sud, siate voi romani o meno, le prime immagini che ci vengono in mente sono i grandiosi palazzi dell’EUR costruiti in stile monumentale durante gli anni ‘40 del Novecento. La storia di questo quartiere è ormai molto conosciuta, questo quartiere infatti precedentemente non esisteva e venne creato esclusivamente per ospitare quella che doveva essere l’Esposizione Universale di Roma – ecco perché EUR – del 1942. Nella porzione a sud della Capitale però non esiste solamente questo quartiere, insieme a lui anche le diverse zone dell’Urbe che prendono il nome dalle diverse torri costruite durante i secoli oppure Testaccio, Ostiense e nel quadrante che da verso est Stauario, Capannelle e Osteria del Curato, ma come mai si chiamano così?
Se tante volte molti nomi di luoghi o di zone sembrano significare una cosa e invece sono tutt’altro, ecco, ciò non accade a Roma con questo quartiere. Statuario infatti risponde a quel modo di dire tipicamente latino nomen omen, che tradotto significa il nome è un presagio oppure più semplicemente di nome e di fatto. L’origine di questo nome è incerto ma l’ambito a cui si riferisce rimane sempre quello delle statue, infatti sembra che la nascita di questo toponimo possa risalire nientepopodimenoche all’epoca di passaggio tra il Medioevo e il Rinascimento, quindi sul finire del 1400 e l’inizio del 1500. La prima origine del nome si fa risalire alla presenza di numerose statue in questa zona che adornavano la Villa dei Quintili. Una seconda interpretazione e origine invece di Statuario racconta di come in questo luogo abitassero molti scalpellini e scultori e magari tra di loro erano presenti anche i cosmati, i marmorari di Roma.
Anche in questo caso abbiamo a che fare con un nomen omen. Il nome del quartiere storico di Capannelle, dove la Regina viarum inizia la sua corsa all’esterno di Roma che finirà solamente a Brindisi, deriva infatti da due capanne vere e proprie che erano posizionate proprio in questa zona. Da qui infatti cominciava la campagna romana per chilometri e chilometri, fino ad arrivare ai piedi delle alture dei Castelli Romani, da dove gli agricoltori ogni giorno portavano il loro delizioso vino nella Capitale per dar vita al commercio alimentare. Ad oggi queste due tipiche costruzioni dell’agro romano sono state demolite e non si ha più traccia di loro, ma da fonti documentarie è chiaro che queste erano collocate all’incrocio tra la via Appia Nuova e la cosiddetta Appia Pignatelli, che raccorda il nuovo tracciato della regina viarum con l’antico. In queste capanne i viandanti e commercianti che andavano o uscivano da Roma potevano trovare ristoro con un pasto caldo e qualche bicchiere di vino, in poche parole una piccola fraschetta. Dalla fine del 1800 poi questo luogo venne sempre più conosciuto per il suo famoso ippodromo in cui generazioni di romani sono cresciuti vedendo i cavalli al galoppo.
Proprio nella zona dove oggi sorge il capolinea Anagnina della linea A della Metropolitana di Roma, un tempo sorgeva l’Osteria del Curato. Se dobbiamo essere onesti, quest’antica locanda ha continuato a lavorare e a servire pasti a chiunque si fermasse fino al 2009, quando le autorità ecclesiastiche, da sempre proprietarie dell’immobile, ne ripresero possesso. Ad oggi il locale pare lasciato all’abbandono, infatti da quando è stato chiuso non sembra esserci su di lui alcun progetto. Tornando alla storia, questa Osteria, posta al decimo chilometro di via Tuscolana, pare fosse effettivamente gestito da un curato che durante il 1600, come attestano i documenti, preparava da mangiare per i viandanti e per i contadini che abitavano in quella zona. Anticamente era presente in questa zona anche una cappella, in cui gli abitanti del luogo erano soliti riunirsi.
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