I colli di Roma non sono 7 ma molti di più
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È nota a tutti come via Margutta, una delle vie storiche della capitale, ma come nasce questa splendida strada romana?
Nelle vicinanze di Piazza di Spagna, a pochi passi da Piazza del Popolo e dal Pincio, dietro la celebre via del Babuino: non vi servirà molto per trovare via Margutta. Strada esclusiva del film Vacanze Romane, con Audrey Hepburn, e residenza di alcuni fra i nomi più celebri del mondo dell’arte, da Federico Fellini a Giorgio De Chirico, da Pablo Picasso ad Anna Magnani, questa particolare via al centro di Roma ne ha visti passare di artisti.
(Fonte: Urban Experience)
Qualcuno crede addirittura sia opera di uno scrittore il suo nome, soprannominata così all’interno di un poema rinascimentale. C’è da dire che, intorno al suo nome, le ipotesi non sono mai mancate, al pari dell’edera e dei rampicanti che, ancor oggi, la caratterizzano. E pensare che, in passato, considerata parte non visibile dei palazzi signorili di via del Babuino, vi campeggiavano soltanto stalle, orti e magazzini. Ma quali sono i motivi che hanno portato a chiamare questa via, via Margutta?
Laddove oggi si trovano botteghe artigiane, negozi d’antiquariato, gallerie d’arte, a du’ passi da quella perla fuori tempo che è l’Ospedale delle bambole, per il restauro dei pupi, delle bambole di porcellana e delle marionette della tradizione teatrale, dovete sapere che un tempo scorreva un ruscellino, utilizzato come cloaca naturale, in altre parole una sorta di scarico simile alle latrine. Per questo, alcune persone credono che il suo nome derivi dall’etimologia del termine Marisgutta, ovvero “goccia di mare“.
(Fonte: Romeing)
Dunque, esattamente in questa strada, famosa anche per la storica rassegna artistica della mostra dei 100 pittori, un vero e proprio museo a cielo aperto, che qualche mese fa ha omaggiato il romano Alberto Sordi, e che la decora da oltre 60 anni, tanti anni fa sorgeva un piccolo corso d’acqua. Non manca, infine, chi associa la sua denominazione alla casata dei Margut, antica famiglia che, effettivamente, aveva residenza in zona. E se, invece, provenisse da un soprannome? Anche in questo caso non si avrebbe torto, perché in questo modo pare venisse chiamato Giovanni, noto barbiere, e proprietario di una bottega, proprio in questa via. Poi protagonista di un nomignolo che, la gente gli aveva affibbiato, in modo piuttosto dispregiativo, per via della sua grossa corporatura, del suo aspetto non proprio bello, e della sua limitata intelligenza.
Comunque stiano i fatti, una cosa è certa: via Margutta cominciò ad essere presa in considerazione dagli artisti intorno al Medioevo, quando un artista ignoto decise di tirar su, qui, uno dei primi laboratori di ritratti, fontane e ringhiere, dando avvio ad una fiorente industria artistica. È da quel momento che, lentamente, gli artisti cominciarono a popolarla, costruendo case, botteghe e giardini al posto di baracche, stalle ed orti. Questo non passò inosservato agli occhi di Monsignor de Mérode (si, il cognome era questo), sotto papa Pio IX che, infatti, ne comprò subito le pendici, trasformando il vicolo, allora noto col nome di via Nari, in una strada, come piano regolatore voleva. Ecco perché, ancor oggi, per chi si reca in via Margutta, è possibile ammirare la Fontana degli artisti.
(Fonte: La bellezza dell’Arte)
Similmente alla Fontana dei Libri, alla Fontana del Facchino o alla Fontana della Anfore, anche questa Fontana, opera di Pietro Lombardi, se ne sta a qui da inizio Novecento a simboleggiare la storia di questo luogo. Una storia fatta di cavalletti, tavolozze, pennelli e compassi da scultore, che i due mascheroni centrali, uno triste ed uno lieto (per l’alterno stato d’animo degli artisti), ben raccontano.
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