Turisti Nella Capitale: Sindrome di Stendhal
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Non è un caso: 10 è il numero di Totti, 10 sono i palazzi particolari di Roma, rarità per rarità! Volete sapere quali sono e dove si trovano?
Roma Nord, in uno dei quartieri più belli di Roma, il quartiere Coppedè, ognuno di voi avrà sicuramente notato questo particolare palazzo. A piazza Mincio, 4, sul portone ecco spuntare una tela d’oro seguita da un ragno! Simbolo di operosità instancabile, a fare da padrona è la scritta Labor. Ed è alla laboriosità del ragno che, come una moderna Penelope, disfa e rifà la tela che Gino Coppedè dedica, intorno agli anni ’20, la struttura: un inno al coraggio di non arrendersi, lo stesso del cavaliere coi i grifoni dipinto poco sopra.
(Fonte: Wikipedia)
Poco distante, a due passi da Piazza di Spagna, verrete ingoiati, invece, dalla porta d’accesso del Palazzo Zuccari. Il portone, dal volto mostruoso, vi permetterà l’ingresso alla celebre Casa dei mostri. Così è chiamato infatti il Palazzo del pittore Zuccari, sebbene, di questa suggestiva costruzione, non se ne conosca ancora la motivazione. Che si tratti solo del gioco bizzarro di un estroso artista? Le ipotesi in merito sono molte, ma ciò che è certo è che, la volontà del proprietario era di quella di ospitarvi all’interno giovani artisti provenienti dal Nord Europa. Oggi, oltre la celebre Biblioteca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell’arte, all’interno di questo luogo si può trovare la raccolta più ampia di guide antiche su Roma: una collezione di prime copie da capogiro!
(Fonte: anna scrigni)
Spostandovi nel quartiere Ostiense, in via del Porto Fluviale, vi imbatterete invece nel palazzo “mangia smog”. Come è possibile? Si chiama Hunting Pollution, “A caccia di inquinamento”, ed è la nuova opera street del quartiere più colorato di Roma: un murales ecologico, il più grande d’Europa, realizzato attraverso l’Airlite, una tecnologica pittura mangia-smog. A realizzarlo l’artista Federico Massa, in arte Iena Cruz.
(Fonte: Il Fatto Quotidiano)
Molti di voi lo conosceranno sotto il nome di Colosseo quadrato, per via delle sue fattezze, ed è a l’EUR che dovrete spostarvi per vederlo. Vantando la presenza di oltre 200 archi, il Palazzo della civiltà italiana fu voluto fortemente da Mussolini, come centro di un nuovo assetto urbano a Roma Sud. A fare da padrone è la corrente del razionalismo italiano, nella forma e nel minimalismo della struttura, sebbene di minimo questa particolare costruzione abbia ben poco. Sfondo di numerosi film, oggi l’edificio ospita al suo interno l’esposizione d’Alta Moda delle sorelle Fendi.
(Fonte: Turismo Roma)
Recandovi nei pressi della Fontana delle tartarughe del Bernini, a via Caetani, invece, vi sentirete parecchio osservati dalle statue e dai busti puntati in ogni dove sul visitatore, del Palazzo Mattei. Proprio qui, soggiornò tra gli altri Caravaggio e, più tardi, il poeta di Recanati Giacomo Leopardi. A queste stanze dobbiamo la fortunata creazione del dipinto La morte della Vergine per Santa Maria della Scala, ma anche una più cupa vicenda. Pare che, proprio fra queste mura pianse Cossiga, dopo il triste ritrovamento del corpo di Aldo Moro.
(Fonte: ZonzoFox)
Se pensate che i palazzi possano essere solo dritti, precisi e perfettamente lineari, allora vi siete persi il Palazzo curvo di Roma, vicino Campo de’ Fiori. Per raggiungerlo, vi basterà passare da Piazza del Biscione, attraverso uno stupefacente tunnel affrescato (il Passetto del Biscione), che dà il nome alla via: Grottapinta, ovvero grotta dipinta. Ma perché la particolare forma ricurva? Dovete sapere che il palazzo sorge sulle antiche vestigia della cavea del Teatro di Pompeo. Fu il primo teatro stabile ed in muratura di Roma, perciò nelle cantine e nei sotterranei del palazzo è ancora possibile osservare l’opus reticulatum, la tipica tecnica edilizia muraria dei romani.
(Fonte: Wikipedia)
Passando per il rione Trevi e la fontana più romantica e famosa di Roma, non potrete non andare a visitare la Galleria Sciarra in Via Minghetti, un piccolo angolo liberty interamente decorato, nascosto da un passaggio segreto. Attraverso un breve portico si arriva al cortile della Galleria, aperto al pubblico, e si può godere di un’architettura davvero surreale: colori, dettagli, fini e preziose pitture per un palazzo, che vi lascerà a bocca aperta, talmente inusuale rispetto al contesto.
(Fonte: Turismo Roma)
A ridosso delle Mura Aureliane, sul colle Aventino, saltano agli occhi le geometrie di questo palazzo delle poste. Anche qui, evidente è lo stile razionalista, ma a farne un vero gioiello è il salone interno adibito al pubblico: colpi di luce e colori, dovuti ad una straordinaria parete ellittica, con mattonelle di vetrocemento. Fare la fila non vi sembrerà più così brutto!
(Fonte: ArchiDiAP)
Girasole fu il nome che l’architetto Moretti, lo stesso che disegnò l’hotel americano Watergate dello scandalo Nixon, diede al progetto di questo stupefacente palazzo e potrete trovarlo a via Buozzi, nel quartiere Parioli. Come quel magnifico fiore, sempre alla ricerca dei raggi vitali del sole, l’edifico fu ideato in modo da poter catturare ogni possibile luce dall’esterno. Di stile moderno, rispetto al vecchio contesto di stampo signorile della zona, la palazzina ospitò, fra gli altri, Roberto Rossellini, Ingrid Bergman e l’ineguagliabile Totò. Curiosa la fenditura al centro di questo palazzo che, costituito interamente di materiali pregiati, segue come un enorme girasole la direzione del sole.
(Fonte: ArchDaily)
Nato dalla crescente necessità abitativa romana degli anni ’20, un albergo rosso come quello di Garbatella è sicuramente una stranezza dentro Roma. Fu disegnato dall’architetto Sabbatini, ispirato dalle fabbriche palladiane (in parte, anche, dal Pantheon), e pensato come alloggio di numerosi cittadini. Per la costruzione, venne usato il cemento armato e, proprio intorno a questo utilizzo, nacquero molteplici ipotesi: era la prima volta che veniva usato, e l’unico, in quel periodo, ad impiegare quel materiale era l’architetto Nervi (costruttore del PalaEur e l’Aula Nervi in Vaticano). Che ci fosse anche lui dietro a quel progetto?
(Fonte: ArchiDiAP)
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