“Il tempo del futurismo”, la mostra che si interroga sul rapporto tra arte e scienza
La Galleria Nazionale ospita un percorso espositivo dedicato al celebre movimento del secolo scorso che è analizzato con un occhio di riguardo all’attualità.[...]
Prende vita alla Vaccheria e come una macchina del tempo permette a chi visita le sue “capsule” di viaggiare tra il ventesimo e il ventunesimo secolo, per scoprire come l’arte e soprattutto la vita delle persone è cambiata negli anni.
Prende vita alla Vaccheria, uno spazio che è stato inaugurato solamente un anno fa, ma che è subito diventato un punto di riferimento per gli amanti dell’arte contemporanea, date le opere che vengono presentate nelle sue esposizioni.
È una mostra che ha come protagonista una serie di opere appartenenti a delle collezioni privati e che chiunque può osservare per fare un viaggio nel tempo e scoprire come un certo movimento artistico abbia influenzato l’arte e la vita che oggi viviamo.
Il suo nome è “Dal Futurismo all’Arte Virtuale“. È disponibile fino al 14 gennaio del 2024 per permettere a quante più persone di viaggiare nel tempo e di rimanere affascinati dalle tante opere che vengono messe in mostra.
Chiunque assiste alla mostra può quindi osservare come l’arte sia cambiata nel corso dei secoli, in modo particolare tra il 1900 e gli anni del 2000. Può capire come l’arte e la tecnologia di oggi, come le NFT e l’intelligenza artificiale, pongono le loro radici nel futurismo e in quegli artisti che ai loro tempi sono stati ritenuti rivoluzionari e avanguardisti e che hanno cambiato per sempre sia la storia dell’arte che la vita di tutti.
Affinchè possa sembrare un vero viaggio nel tempo, la mostra è stata organizzata in quattro sale, ognuna delle quali affronta un tema specifico, affinchè chi vi entra possa fare questo salto nel tempo e capire come in una manciata di anni è cambiato il corso della storia.
Chi assiste alla mostra si ritrova quindi a fare un balzo nel tempo e a osservare delle opere che hanno scritto la storia dell’arte, insieme agli artisti che le hanno realizzate.
Ecco però come si divide il percorso. La prima sala si chiama “Infinity” ed è stata allestita in modo tale che ricordi un grande cubo con degli specchi. Custodisce molte opere, tra cui quelle di Giacomo Balla, Alxander Calder, Carlo Levi e Amedeo Modigliani.
Segue poi “Avantgard“, che espone le opere dei più grandi artisti del 1900 come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Salavdor Dalì e Alberto Burri.
La mostra poi continua con “Pop“, un giardino segreto nel quale spuntano una serie di opere d’arte e di piante e alberelli. Ospita le opere di Andy Wahrol, Joseph Beuys e Niki de Saint Phalle.
Si chiude poi con “Metafisica” e mostra le opere più celebri di Giorgio de Chirico, permettendo a chiunque di entrare virtualmente nel suo studio.
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