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In questi giorni ben 26 anni fa nasceva la pecora Dolly ma le leggende sulla clonazione hanno origine nell’Antica Roma e sono legate al nome dell’imperatore Nerone, ecco le più celebri.
26 anni fa nasceva la celebre pecora Dolly, primo mammifero clonato con successo partendo da una cellula somatica. Da allora la clonazione ha rivoluzionato l’epistemologia genetica, aprendo a sviluppi impensabili nella medicina rigenerativa. Ora è possibile osservarla al Museo Nazionale di Scozia a Edimburgo, a una decina di chilometri di distanza dal Roslin Institute, dove i biologi Keith Campbell e Ian Wilmut avevano concepito un esperimento destinato a schiudere nuovi spazi di possibilità per la ricerca scientifica.
Ma la leggenda della clonazione ha radici anche nell’Antica Roma e sono collegate al nome di Nerone. L’ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia, famoso per l’Incendio che scoppiò durante il suo comando e per le dinamiche violente di palazzo, morì nel 68 D.C. ma l’anno precedente, preso da un raptus di follia, Nerone aveva indotto al suicidio il generale Domizio Corbulo ed anche il governatore della Spagna Servio Sulpicio Galba, che invece di suicidarsi dichiarò la propria fedeltà a Roma disconoscendo l’autorità di Nerone. Il Senato seguì il proposito di Galba dopo che quest’ultimo promise ingenti somme di denaro ai pretoriani e l’imperatore fu così deposto. Nerone fuggì dal suo palazzo dove era rimasto solo e si rifugiò nella villa che il liberto Faonte aveva in campagna dove fu ucciso.
Il Senato decretò la damanatio memoriae, ma consenti il rito funebre in forma privata. Nerone fu cremato, avvolto nelle coperte bianche intessute d’oro da lui usate alle ultime Calende di gennaio, le ceneri furono portate al Sepolcro dei Domizi, sopra il colle degli Orti e lo deposero in un’urna sormontato da un altare di marmo. Ci fu chi non volle crederlo morto ma solo nascosto da qualche parte in attesa di tornare.
Tacito racconta che un Nerone apparve nel 69 d.C. nella provincia d’Asia. Riuscì a riunire sotto di sé un gruppo di disertori ed a farsi dare una nave con cui partì per Roma, ma fu sbattuto da una tempesta sull’isola di Citno nelle Cicladi. Il centurione non gli credette e partì di nascosto dall’isola; la notizia di questo impostore raggiunse Galba che lo fece uccidere in Egitto traendolo in inganno per mezzo di abili ambasciatori. La leggenda che Nerone fosse ancora vivo circolava ancora nel IV secolo, tanto che S. Agostino la ricorda come la leggenda di Nero redivivus.
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