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Federico Fellini, i film più significativi del visionario regista

foto di: Immagini prese dal web

Ecco i film più importanti della carriera di Federico Fellini, tra i registi più influenti a livello mondiale del secolo scorso per la sua capacità di dare un’impronta personale alle sue storie

Federico Fellini, gli esordi e i sodalizi artistici della sua carriera

Federico Fellini è stato tra i registi più influenti del secolo scorso a livello mondiale. Il suo approdo nel mondo del cinema è progressivo, prima come vignettista giornalistico poi come sceneggiatore di Città aperta di Roberto Rossellini, pellicola che segna l’inizio del neorealismo italiano per poi passare alla regia come assistente e co-direttore con Le luci del varietà. Opere visionarie, tra satira e malinconia, in cui mostra la sua originale lettura del contemporaneo e il proprio mondo interiore, con numerosi e meritati riconoscimenti di critica e di pubblico. Molti i sodalizi artistici costanti nel tempo, da Nino Rota come compositore delle colonne sonore a quella con gli attori Marcello Mastroianni, Giulietta Masina e Sandra Milo, scomparsa pochi giorni fa e musa ispiratrice del regista.

L’attenzione per gli ultimi tra commedia e dramma

In ordine cronologico i film che hanno segnato la sua poetica ed evoluzione sono I vitelloni, con la prima importante interpretazione attoriale di Alberto Sordi, una commedia dolceamara in cui sono presenti due temi ricorrenti, l’umorismo che tende all’assurdo e l’ossessione per il circo. La prima vittoria agli Oscar e la consacrazione arriva con La strada, la storia di Gelsomina, ragazza venduta dalla madre a un saltimbanco che la tratta con violenza. Altro premio per il miglior film straniero con Le notti di Cabiria, la storia di una prostituta romana che conserva la speranza di trovare il vero amore in un mondo crudele.

Il suo sguardo onirico nel presente e il suo amore per Roma

Il film più conosciuto è La dolce vita, premiato con la Palma d’oro a Cannes, costruito ad episodi, un viaggio in una Roma decadente ed edonistica criticata dal regista tramite lo sguardo del giornalista protagonista. Con 8 e mezzo racconta, con tratti autobiografici, il blocco dello scrittore, il processo di creazione artistica, un opera meta-cinematografica con molti momenti onirici. La città eterna è protagonista, sin dal titolo, di Roma, altro film ad episodi, tra nostalgia del passato e un occhio analitico sul presente. La sua terra, la Romagna, è protagonista di Amarcord in cui racconta la gioventù negli anni ’20 e ’30 mettendo anche in luce l’immaturità del suo Paese, completamente assoggettato alle parole di Mussolini.