Fors Fortunae, la festa dell’antica dea bendata dei romani
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Il calendario romano era ricco di feste, ognuna delle quali era dedicata ad un dio in particolare. Il 15 ottobre venivano ad esempio celebrati i Ludi Capitolini in onore di Marte, il dio della guerra.
Gli antichi romani erano un popolo molto devoto agli dei che non perdeva mai l’occasione per rendere loro omaggio tramite delle feste. Il calendario romano era quindi sempre pieno di celebrazioni, di eventi che avevano come protagonista un dio, che veniva festeggiato per qualcosa.
Un anno romano veniva diviso infatti in due momenti; quelli di festa che ne occupavano la metà e quelli di lavoro. Erano momenti solenni quelli delle festività e coinvolgevano tutta la città che per diversi giorni smetteva di lavorare e si dedicava ad onorare il dio e la propria funzione tramite dei giochi, dei sacrifici o dei ricchi banchetti.
Queste giornate vennero poi abolite con Teodosio e l’Editto di Tessalonica che aveva imposto il cristianesimo come unica religione ed abolito ogni festa pagana. Prima di allora ogni mese era una festa e di conseguenza anche ottobre lo era.
Il mese infatti veniva dedicato a tre grandi eventi. Il primo erano le Augustalia ovvero delle giornate dedicate all’Imperatore Augusto che si svolgevano la prima settimana di ottobre. Successivamente venivano celebrate le Vinalia, due giorni durante i quali veniva lavorata l’uva e poi assaggiato il mosto, rendendo grazie agli dei per il raccolto. L’ultima festa erano invece i Ludi Capitolini.
I Ludi Capitolini erano un momento di grande festa per i romani, che rendevano grazie agli dei attraverso dei giochi. I Ludi alla fine erano questo, dei giochi e delle gare dedicate alle divinità, nate con lo scopo di calmare la loro ira o di ringraziarli. Un altro motivo della nascita dei Ludi Capitolini era il festeggiamento delle battaglie dei romani contro i Galli.
Le leggende narrano che il fondatore dei Ludi sia stato Romolo. In realtà però fu Furio Camillo ad inventare i giochi di ottobre, che vennero poi praticati celebrati ogni anno. Con Domiziano però le cose cambiarono ed i Ludi si tennero ogni quattro anni, come le Olimpiadi.
Questi erano dei momenti durante i quali venivano svolte diverse gare che comprendevano diversi campi, dalla poesia all’ippica. Erano poi delle occasioni per compiere delle buone azioni come ad esempio fare del bene ai più bisognosi donandogli cibo. Erano degli eventi in cui si respirava la pace, anche se dedicati al dio della guerra.
I Ludi di ottobre erano dedicati principalmente al dio della guerra Marte, che veniva festeggiato in due momenti dell’anno; a marzo, con l’apertura della stagione delle guerre, e ad ottobre nel momento in cui questa veniva chiusa.
Il 15 ottobre era però il momento principale della festa, durante il quale veniva offerto in sacrificio un cavallo. La sua morte avrebbe confermato l’equilibrio tra il dio, l’uomo e la natura, portando così fortuna nei mesi futuri.
La giornata veniva svolta a Campo Marzio, un rione dedicato al dio, ed era un momento dedicato alle corse dei cavalli che venivano fatti gareggiare su dei carri, ognuno dei quali era condotto da due destrieri. Il cavallo di destra del carro vincente sarebbe stato ucciso al termine della gara e il suo corpo sarebbe diviso in più parti.
La testa del cavallo veniva così circondata da del pane e mostrata al popolo, la sua coda invece era bruciata nel fuoco sacro custodito dalle Vestali. In futuro le sue ceneri sarebbero state usate per qualche cerimonia dedicata al dio della guerra, mentre il sangue dell’equino sarebbe stato utilizzato per preparare un composto che avrebbe reso pura l’intera città.
Questo sacrificio per quanto brutale possa essere stato, durò per oltre sei secoli, secondo alcune fonti anche dopo l’avvento del cristianesimo di Costantino, ma fu annullato con l’Editto di Tessalonica del 380.
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