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I Ludi Victoriae Caesaris, i giochi acclamati dal popolo dell'Antica Roma

foto di: Immagini prese dal web

Il 21 luglio avevano inizio nel periodo imperiale dell’Antica Roma i Ludi Victoriae Caesaris, manifestazioni sportive e religiose molto sentite dalla collettività che comprendevano giochi circensi e spettacoli teatrali

Le origini di queste celebrazioni

I Ludi Victoriae Caesaris venivano celebrati dal 21 al 31 luglio per la vittoria conseguita da Cesare. Vennero istituiti da Cesare in occasione della dedica del tempio di Venere Genitrice, a cui si doveva la generazione della gens Iulia e inizialmente includeva giochi circensi nei giorni finali e spettacoli teatrali. Ben 135 giorni l’anno nell’Antica Roma venivano svolti dei giochi che però avevano un grande valore rituale e religioso. Cesare costruì un anfiteatro provvisorio in legno nell’anfiteatro per consentire alla popolazione di partecipare in massa e lì si svolgevano i combattimenti tra i gladiatori.

Il successo iniziale e la consacrazione con Augusto

La manifestazione ebbe un tale successo nella sua prima edizione del 46 A.C. al punto che i giochi vennero replicati l’anno successivo, e sarebbe divenuto un appuntamento fisso del calendario romano anche dopo la morte due anni dopo dell’imperatore. Successivamente i  giochi in onore di Cesare divennero stabili tanto che venne nominato un apposito collegio che si doveva occupare della loro organizzazione. Ottaviano Augusto istituì i nuovi ludi all’interno del suo programma di riforma religiosa, corredati di pubblici spettacoli e intrattenimenti, instaurando così il culto imperiale. A citarli come fonti storiche furono Svetonio e Dionigi di Alicarnasso.

In cosa consistevano questi gioco e l’importanza del corteo inaugurale

La cerimonia consisteva in un corteo inaugurale con la gioventù che sfilava applaudita perché sarebbe divenuta difensore di Roma, seguiva il corteo degli atleti e dei ludiones, coloro che gareggiavano nelle corse dei cavalli
e infine i danzatori. Tutto rimanda a una forma primordiale delle odierne Olimpiadi. A questo punto comparivano le statue delle divinità e i loro simboli tra le invocazioni del popolo e una volta giunta al circo, la processione veniva chiusa da un sacrificio, si deponevano le statue degli Dei con fiori e ghirlande sull’apposita tribuna a loro destinata  tra preghiere e canti e infine assistevamo al giuramento degli atleti sul loro onesto comportamento nelle gare. A questo punto, tra squilli di tromba iniziavano le gare, che si svolgevano nei giorni seguenti, dalla corsa al pugilato.