“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
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Quali erano le professioni de ‘na vorta? E cosa è cambiato rispetto ad oggi? Scopriamolo insieme
La vita del passato era diversa rispetto a quella odierna che con il tempo hanno fatto cambiare molte cose, tra cui i mestieri. Oggi ad esempio siamo abituati a fare la spesa nei supermercati per motivi di velocità e convenienza. Prima invece si andava dal “pizzicagnolo” a comprare i salumi e alcuni beni di prima necessità. Entrare nel negozio era come varcare le porte del paradiso perchè ci si perdeva nei profumi dei salumi e formaggi che riempivano il locale.
Oggi la figura del pizzicagnolo tradizionale si è sostituita a quella del salumiere gourmet, che per poter lavorare, si mette a vendere prodotti ricercati come il caviale e allestisce dei tavoli all’interno del proprio negozio per poter attirare la gente, diventando più che il venditore di fiducia, il ristoratore fidato.
Adesso poi siamo abituati a trovare il latte ovunque; nei supermercati, nei bar, nelle botteghe. Ai tempi de ‘na vorta invece il latte non veniva acquistato ma passava il “lattaro” a portarlo nelle case. Aveva un piccolo negozio nel quale lo lavorava, e lo distribuiva in dei contenitori ad ogni porta, cavalcando una bicicletta. Era una figura tanto amata dai bambini quanto dai gatti.
Gli amici a quattro zampe però preferivano la figura del “carnacciaro” un uomo che in cambio di qualche spicciolo vendeva gli scarti delle macellerie, che sarebbero poi state destinate a cani e gatti. Girava per le strade della città nelle prime ore del mattino ed attirava l’attenzione delle persone e degli animali fischiettando.
Con il passare dei tempi sono quindi cambiate tante cose ed alcuni lavori di una volta non esistono più o stanno scomparendo in sostituzione ad altro. Un tempo invece c’erano dei mestieri come quello dell”ombrellaro” che passando per le case dei quartieri si fermava a riparare gli ombrelli rotti. Richiamava le persone gridando “’mbrellaro” e con pazienza aspettava che la gente arrivasse da lui per farsi ricostruire l’ombrello. A volte qualcuno lasciava una sedia davanti alla propria casa per far sedere la persona e lasciarla lavorare in pace.
Un’altra professione in via di estinzione è quella dell’arrotino. Tutti lo conosciamo per il suo richiamo “Donne è arrivato l’arrotino” e per il suo girare per le vie della città con un carretto ad affilare e lucidare le attrezzature da cucina. Oggi il ferramenta svolge la sua funzione, tuttavia è ancora possibile trovare per le strade dei piccoli paesi qualcuno che con il proprio furgoncino si propone di arrotare gli oggetti.
Anche il “barcarolo” si aggiunge alla lista dei lavori scomparsi. Un tempo era una figura davvero importante per i romani, che girava per le correnti del Tevere, spostando persone e merci da una riva del fiume all’altra.
Il futuro è strano come lo sono le nuove professioni ma anche ai tempi de ‘na vorta c’erano dei mestieri davvero particolari. Tra questi vi era la “sveglia umana” ed era una persona che veniva pagata per svegliare la gente. Era una manna per i lavoratori dormiglioni, che venivano svegliati dalle bacchettate che venivano date sulle porte e le finestre delle case, o addirittura dal colpi di cerbottana.
Un’altra figura davvero singolare era poi quella d’er “mignattaro” che aveva il compito di raccogliere le sanguisughe, dette anche mignatte, e di venderle alle farmacie. Questo si immergeva nelle acque dei fiumi con le gambe scoperte, che attiravano le sanguisughe che venivano raccattate man mano che lo colpivano. Gli animali erano perfetti per poter praticare il salasso e il mignattaro era pagato davvero bene per prenderle.
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