“Il Locale” Rinasce. Arriva “Studio 26”, il locale che fa da cuore pulsante alla musica di Roma
Il mitico “Il Locale” ha appena riaperto le porte e si è trasformato nello “Studio 26”. Conserva però tutta l’anima che lo ha[...]
Ma quale spuntino? I miei nonni lo dicevano sempre “a panza piena se pensà mejo” e mica vorremmo contraddire la loro saggezza?
Secondo l’Istituto di sanità italiana, l’Italia è al terzo posto per obesità infantile in Europa. La domanda però sorge spontanea, si leva dalle retrovie dei miei ricordi: “e mo alle nonne chi je lo spiega?“. Sono sicura, di parlare a nome di tutti se dico: “te vedo sciupato, prendi artri du fili de pasta” oppure “viè qua che rimbocco” o “aspetta che nonna te mette ‘npò de condimento sopra” (alias te rimpinzava il piatto di altra pasta con – un po’ – di sugo). Insomma, le ricerche la fanno facile, ma pure le merende nun so’ mai stati spuntini per noi e chi è cresciuto a Roma lo sa. Se ti andava bene, al massimo – ma proprio al massimo – ti beccavi qualche biscotto o qualche wafer, accompagnato da un’immancabile spremuta d’arancia, ché sò vitamine – ma te doveva dì proprio male quel giorno! -. Altrimenti, pure la merenda si trasformava in un pranzo della domenica, ché non vedevi l’ora di ritornare a casa dopo scuola, per vedere quale prelibatezza ti attendeva in tavola!
Noi abbiamo fatto una lista, vedete se vi quadra oppure vorreste aggiungere qualcosa…
Calda, fragrante, scrocchierella la pizzetta bianca con la mortadella (e i suoi pistacchi, si intende!), o meglio la mortadella con la pizzetta, era sempre a portata di mano.
(Fonte: TG24.info)
A volte, addirittura, erano le nonne a realizzarne l’impasto, in previsione della cena. Ne lasciavano però sempre una piccola parte, quella utile alla merenda. Così certi giorni te la ritrovavi ripiena co’ la mortazza, altri fritta con lo zucchero sopra – così pe’ restà leggeri prima de annà a giocà.
Intramontabile: è l’unico aggettivo che assocerei a questo piatto. Perché il pane con l’olio è un’istituzione, mejo ancora se l’ojo è de casa, nonostante la bottiglia – la stessa da anni – faccia pensare ad un olio da supermercato.
(Fonte: ArezzoNotizie)
Ma non finisce qui, perché bruschettato o meno, per i più goduriosi sopra il pane si potevano mettere i pommidori, belli schiacciati per farne uscire la polpa. Era una festa trovarlo nel piattino!
(Fonte: Taccuini Gastrosofici)
Basta un uovo, un bicchiere, dello zucchero e un cucchiaio. Poi si deve cominciare a sbattere. Alla fine, quando ci metti il latte caldo fa pure la schiumetta in superficie.
(Fonte: Ricette Gruppo Sanguigno)
Per una merenda da campioni, o una colazione veramente gourmet de ‘na vorta, resta indimenticabile la dolcezza di questa bevanda, sorseggiata insieme ad una bella fetta di pane e cioccolata. Non fate i timidi, lo sappiamo che vi manca!
Ciambelloni, budini, crostate, torte, biscotti. Le nostre nonne nun se tiravano indietro mai! Te le ritrovavi sempre perfette co’ la parannanzi tutta pulita e mica te lo spiegavi come facevano: tutto il giorno fra sughi, dolci e farina, eppure erano sempre impeccabili.
(Fonte: Spadellandia)
C’era della magia! Rientravi a casa e trovavi tutto quel ben di dio sulla tavola, non potevi non fare una merenda sostanziosa. Ecco, sostanzioso era proprio un termine mainstream fra le nostre nonne! Altro che merendine!
Pane e marmellata (fatta in casa, possibilmente), pane ricotta e zucchero, pane e salame, pane e prosciutto: ce n’era per tutti i gusti! A merenda pure il panino – rigorosamente ‘na ciriola ripiena – nun scherzava.
(Fonte: Zomato)
E quando a giugno c’erano i fichi, allora daje de fichi e prosciutto crudo! Te durava per tutta la durata de La Melevisione o dei cartoni animati sul 6, un mozzico alla volta, prima di andare a giocare fuori a chiapparella o a qualche altro gioco di fantasia. Finché non arrivava puntuale un: “viè qua nun core che se sudi t’ammali, poi chi je lo dice a tu’ madre?“.
(Fonte: Negroni)
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