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I modi antichi di mangiare fuori a Roma: le fraschette e le fagottate!


Anche se prima il tenore di vita era più modesto rispetto ad oggi, ogni tanto, un pasto fuori casa, magari in qualche locale si faceva….ma no, quali ristoranti, al massimo osterie e trattorie, ma l’usanza più diffusa era sicuramente la fraschetta e la fagottata! Cosa sono? Scopriamolo insieme

Perché le fraschette si chiamano così?

L’esempio più grande del consumo di cibo fuori casa è sicuramente quello nato nell’area dei Castelli Romani, chiamato appunto fraschetta. Ma da dove deriva questo nome? Il tutto proviene dall’usanza diffusa un po’ in tutti i luoghi d’Italia di appendere al di fuori dei luoghi di ristoro ‘na grande frasca carica de alloro, propio pe’ sta a significà che lì se poteva beve e magnà. Da questo uso medievale deriva proprio il nome di questi particolari luoghi in cui i contadini dell’agro romano, al ritorno da una dura giornata di lavoro, erano soliti fermarsi e ristorarsi. Questi luoghi, al contrario delle trattorie o delle osterie non erano dei locali fissi, aperti tutto l’anno ma erano piuttosto dei piccoli punti vendita temporanei, che i produttori di vino mettevano in piedi non appena pronto il vino novello. Il locale era abbastanza spartano con le botti in cui si conteneva il nettare di Bacco da una parte mentre dall’altra c’erano tavoli, sedie, panche anche di fortuna o di recupero. Poi, interrata c’era la cantina che conteneva altre riserve di vino da parte del fraschettaro.

 

 

Cosa si mangiava alle fraschette?

In realtà, gli avventori delle fraschette sapevano che in questi luoghi l’unica cosa che si poteva fare era bere vino. Il gestore di questo piccolo punto vendita al massimo poteva offrire al consumatore del pane e delle uova sode, che preparavano la bocca del cliente al vino che veniva fornito in seguito. I gestori, proprio perché sforniti di cucina, non potevano proporre ai propri clienti piatti caldi o più complessi. Proprio per questo all’interno della fraschetta era ammesso che i consumatori potessero portare del cibo da casa propria e questo di solito avveniva attraverso un fagotto. Un’evoluzione della fraschetta si avrà quando, più avanti nel tempo, alcuni produttori di porchetta, formaggi e salumi vari, cominciarono ad aprire i loro punti vendita proprio al fianco delle fraschette, per incentivare il consumo di quella specialità tipicamente dei Castelli che è il maiale arrostito. Da lì in poi queste due forme di commercio si unirono formando quello che è diventato ad oggi il prototipo di fraschetta, ovvero il locale in cui si mangiano antipasti in abbondanza, magari un primo tipico della cucina romana, il tutto accompagnato da un buon vino rosso della zona.

I fagottari romani, chi erano?

Come già detto poco fa, le persone che andavano alle fraschette con l’intenzione di mangiare, dovevano portarsi il cibo da casa, che di solito veniva avvolto all’interno di un fagotto di stoffa, per trasportarlo al meglio. Così anche all’interno della capitale, era diffusa quest’usanza di cucinare in casa, fare fagotto e andare a mangiare all’aperto, magari nel periodo primaverile o nel clima mite delle ottobrate romane. Le persone che erano solite fare questa cosa a Roma venivano chiamate i fagottari. In sostanza niente di diverso da quello che noi oggi chiamiamo pic-nic, utilizzando un termine inglese, di origine francese piquenique, che significa proprio spiluzzicare un qualcosa di poco valore, come a dire magnasse ‘na cosetta. Anche il mitico Gigi Proietti in una sua intervista di qualche anno fa ricorda, come anche anche la sua famiglia, in qualche giorno festivo usava fare la fagottata. In sostanza, ricorda il grande attore, si andava a mangiare fuori, ma il cibo era quello che cucinava la mamma, che era solita preparare le cotolette panate. Queste poi erano trasportate all’interno di una pentola con dentro del sugo di pomodoro, pe’ nun falle attaccà. Una volta arrivati nel luogo in cui si voleva mangiare ci si sedeva e si dava inizio alle danze! E voi avete mai fatto la fagottata?