Caricamento...

Intervista a Paolo Domizi: "Per i giovani tornare a fare partite e confrontarsi è sempre qualcosa di emozionante"

foto di: Immagini prese dal web

Da anni allena gli esordienti e i giovanissimi della Scuola dei Leoni, che poi  finiscono per entrare a far parte delle formazioni delle grandi squadre e che nei giorni precedenti hanno avuto modo di partecipare al torneo internazionale “Roma Summer Cup”! Noi di Roma.com lo abbiamo intervistato per voi!

Si è appena concluso il torneo internazionale “Roma Summer Cup”, a cui ha preso parte anche il Frosinone. Le va di raccontare come è andata?

È stata un’esperienza sicuramente positiva, ma quando hai a che fare con i ragazzi dell’età che va dai 12 ai 14 anni non può che essere così. Sono ancora delle persone che hanno voglia di giocare, di divertirsi, di sognare ed è bello vederle in campo.

Il fatto che c’erano anche squadre che non erano italiane, ci ha poi permesso di confrontarci con ragazzi che vengono da posti diversi. È stata una bella cosa.

Come è stato rivedere così tante persone riunite intorno a un pallone dopo il lungo periodo della pandemia?

Diciamo che forse i ragazzi del calcio sono stati un pochino avvantaggiati. Essendo uno sport all’aperto ci siamo fermati per poco, stando attenti sempre alle varie regole che venivano messe di volta in volta. Però abbiamo tolto gli spogliatoi, abbiamo tolto le docce.

Ognuno poi si doveva munire della sua borraccia per l’acqua. Facendo attività all’aperto i ragazzi però hanno continuato quantomeno ad allenarsi, a non fare partite o cose che non erano previste, ma insomma l’allenamento è rimasto, cosa che non è successa per chi fa palestra o per chi va in piscina.

Da questo punto di vista diciamo sono rimasti un po’ più fortunati. Sono rimasti un po’ meno a casa anche se hanno subito anche loro purtroppo questa chiusura.

Tornare poi a fare partite per loro è sempre qualcosa di eccitante. A livello agonistico sicuramente una partita riesce a tirare fuori il meglio che hanno.

L’allenamento da solo alla fine non porta da nessuna parte. Serve sempre la verifica sul campo e il confronto con gli altri ragazzi, anche per vedere a che punto stanno e se il lavoro fatto è comunque servito a qualcosa. È proprio questo che serve poi alla fine di tutto.

Quello della scorsa settimana è stato un evento internazionale. Per il Frosinone è stato il primo evento a livello internazionale?

Vorrei precisare che sono tutti ragazzi di Roma quelli che hanno partecipato al “Roma Summer Cup”. Noi siamo affiliati al Frosinone e lavoriamo a stretto contatto con loro, ma in realtà la società è la “Scuola dei Leoni”, che sta a Roma e che lavora con il Frosinone. È bene chiarire questo aspetto qui.

Alla fine dell’anno i ragazzi migliori vanno sempre al Frosinone, così come è stato con i 2007, i 2008. Speriamo infatti sia così anche con i 2009 e per i prossimi anni.

Poi come Scuola dei Leoni, al momento all’estero non abbiamo ancora avuto nessuna esperienza. Abbiamo girato parecchi posti in Italia, siamo stati in Calabria, a Milano. Le squadre hanno girato sicuramente, però diciamo all’estero non ci siamo ancora proposti anche perché poi questi ultimi due anni non era possibile proprio volare o fare cose diverse.

Quali sono i prossimi progetti della Scuola dei Leoni?

Inizia adesso il 26 giugno un campus a Fiuggi gestito sia da noi che dal Frosinone, in cui i ragazzi potranno dormire e fare tutta la settimana lì, oppure viaggiare e fare solamente gli allenamenti durante la mattina e il pomeriggio. Sarà una settimana in cui ci saranno anche i tecnici del Frosinone. Per chi partecipa sarà sicuramente formativa e importante!

Cosa si prova a lavorare con i bambini e a inserirli nel mondo del calcio?

La fascia di età che ha partecipato a questo torneo, che va dai 12 ai 14 anni credo sia la più bella, almeno nella mia esperienza. Ho lavorato quasi sempre con queste fasce d’età, giovanissimi, esordienti. Sono quelle che ho più frequentato, nelle quali poi ho sempre trovato risposte positive. Sono quelle che negli anni mi hanno dato sempre più soddisfazione.

Sono ancora ragazzi che vogliono apprendere, che vogliono fare, che magari sognano, come è giusto che sia, di poter giocare un giorno a livelli alti. E quindi ti seguono, sono pronti, si sacrificano, si allenano, vogliono giocare.

C’è stato un momento che può essere definito come il più emozionante della sua carriera?

Ne ho girate tante di squadre, sono anche stato alla Lazio 2 anni, ho fatto gli esordienti anche lì. Sono state sempre esperienze forti, perché comunque si respirava un’aria di professionismo. Del resto anche qui, perché il legame con il Frosinone è molto forte. I ragazzi vengono portati anche a Frosinone, a fare tornei. Ultimamente sono stati a fare tornei proprio allo stadio, allo Stirpe.

Diciamo che si respira un po’ l’aria di professionismo, che poi è quello che serve anche ai ragazzi per sognare un pochino. Quello che dobbiamo dare un po’ a loro è questo, cercare di passare messaggi positivi. Aiutarli a fare quest’esperienza.

Fa sempre piacere poi leggere i nomi di ragazzi che hai allenato. Quando leggi che stanno facendo bene in società importanti. Per esempio c’è Lorenzo Ferrari che ho allenato e che sta giocando con gli under 16 della Lazio, oppure Dario Buongiorno che stava alla scuola dei Leoni e che adesso sta alla Lazio. O ancora ci sono Cazora, Sterbini, Marchesi e Cano che sono andati al Frosinone. Quando leggi che giocano nella formazione è la parte più bella per noi allenatori.