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La storia di Roma è molto lunga ed è ricca di numerosi cambiamenti che nel tempo ne hanno modificato la politica e la cultura. Ma avete mai pensato quali evoluzioni potesse subirne anche la musica? Andiamo a scoprirvi qualcosa di più a riguardo.
La musica è sempre stato un elemento importante per la società romana, a partire dall’età monarchica fino ai nostri giorni. Questa aveva diverse funzioni ma la principale era quella funebre. I funerali erano delle grandi cerimonie che erano accompagnate da canti, utili a celebrare la vita del defunto per accompagnarlo verso gli dei. Questi ultimi erano onorati durante i riti religiosi, anche qui attraverso dei canti, scritti appositamente per le celebrazioni. La musica era poi utilizzata nelle battaglie, per incitare le truppe e dargli la carica. Un’altra funzione della musica era la divulgazione. Le canzoni servivano a raccontare le gesta dell’impero romano e ad accompagnare gli spettacoli che venivano svolti nei vari teatri. Un ultimo ma non scontato scopo della musica romana era quello di tranquillizzare i neonati. Tante ninne nanne sono infatti state scritte per far addormentare i bambini e rendere i loro sonni più tranquilli.
Lo strumento maggiormente utilizzato per fare musica è stato sin dalla notte dei tempi la voce. Oltre ai classici religiosi conosciamo anche altri due tipi di canti che venivano uniti a danze e spettacoli teatrali. Questi sono i fascennini, dei brani contadini usati per augurare un buon raccolto e scongiurare il malocchio, e le atellane, dei pezzi accompagnati da balli e maschere, spesso improvvisati e nati con lo scopo di far ridere la gente. Una prima impronta di quella che poi sarà quindi la stand up comedy italiana.
Alla voce, soprattutto in epoca imperiale, veniva accostato lo strumento. Il principale utilizzato dai romani era il corno, dalla forma tonda e metallica. Un oggetto leggero da trasportare che veniva utilizzato nelle battaglie dai cornicen, figure militari che avevano lo scopo di avvertire le truppe durante le battaglie. Durante gli spettacoli, il corno veniva unito alla tuba, una tromba dotata di tasti e dal suono duro, che precede quella che conosciamo oggi.
Altro strumento amato era poi la lira, un oggetto dotato di 2 braccia, una cassa di risonanza e delle corde. L’imperatore Nerone adorava particolarmente questo strumento e nonostante non fosse in grado di suonarlo, si divertiva a competere con questo, probabilmente perdendo. La lira è anche un primo precursore della chitara, primo strumento romano dotato di valvole utili a regolarne le corde nonché antenato della chitarra classica che amiamo tutti suonare davanti ad un fuoco.
Nei secoli l’impero romano porta la sua musica e cultura all’interno delle province da lei conquistate, subendo al tempo stesso l’influenza di queste.
Gli storici ad esempio credono che la cultura greca abbia condizionato i romani e in modo particolare la loro musica. Basti pensare ad esempio, che l’amato organo idraulico sia in realtà greco ma che i romani lo abbiano fatto loro.
Pare poi che l’impero romano non abbia inventato alcun tipo di scala musicale ma che abbia utilizzato quella greca per creare i propri accordi.
Non sono stati infatti ritrovati i testi o le note degli antichi canti religiosi di Roma, in quanto il popolo per un certo arco di tempo, non poteva rappresentare il proprio dio attraverso alcuna forma. Si è quindi quasi certi che anche in questo caso gli antichi canti greci, che invece sono stati ritrovati, siano molto simili.
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