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La pittura immortale di Salvador Dalì nei Musei Vaticani

foto di: Immagini prese dal web

È stato uno degli artisti più eccentrici del surrealismo ed oggi le sue opere sono esposte in ogni angolo del mondo, persino ai Musei Vaticani. Ma chi era esattamente Salvador Dalì e quali sue opere si trovano a Roma?

Un artista tanto eccentrico quanto geniale

Tra i più grandi esponenti del surrealismo non può mancare Salvador Dalì, un artista tanto eccentrico quanto geniale che ha dedicato tutta la sua vita all’arte. Dalì infatti non era solamente un pittore ma anche uno scultore e sceneggiatore, che aveva realizzato anche un cortometraggio insieme a Walt Disney.

Una delle sue passioni più grandi era però la pittura. Salvador Dalì aveva allestito le sue primissime mostre a soli 16 anni e si era poi iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Madrid. Poco prima di dare l’esame finale era però stato cacciato dalla scuola perchè aveva considerato i propri insegnanti come incapaci di giudicare le proprie opere. Già in quei periodi si percepiva quindi la forte personalità dell’artista.

Per un certo tempo poi Dalì era stato a Parigi, città in cui aveva conosciuto Picasso e successivamente si era dedicato al cinema. Insieme al regista Luis Buñuel aveva realizzato “Un chien andalou” un cortometraggio che fa rabbrividire e che oggi potrebbe essere un antenato dei classici thriller “Il silenzio degli innocenti” e “Shining”.

Per alcuni anni aveva anche vissuto a New York insieme a Gala, la sua compagna nella vita e nel lavoro che aiutava il marito a promuovere le sue opere. Nella grande mela Dalì aveva collaborato con Alfred Hitchcock e Walt Disney nella realizzazione di film e cortometraggi. In quegli anni aveva poi progettato diversi gioielli e mobili ed aveva anche disegnato il logo per il “chupa chups”, il lecca-lecca tondo che tutti amano.

Aveva quindi trascorso tutta la vita a fare arte finchè non si spense con la morte della sua amata Gala. Dalì era deceduto qualche anno dopo di lei ma a causa del dolore aveva smesso di voler vivere molto tempo prima.

Lo strano rapporto di Dalì con la religione

Da sempre Dalì ha cercato con la pittura di dare spazio al proprio inconscio e di mettere in secondo piano la ragione, per questo motivo oggi è considerato uno dei maestri del surrealismo. Per un certo periodo della propria vita Dalì ha anche cercato di fare delle opere surreali ma che raffiguravano i volti della religione. Le mostre dedicate all’artista espongono oggi una ricca collezione di quadri raffiguranti crocifissioni, volti della Vergine e perfino un Giudizio Universale.

L’artista aveva infatti un rapporto davvero particolare con la religione e per un certo tempo l’artista si credeva addirittura immortale. Circa 9 mesi prima della nascita del pittore, i genitori di Dalì avevano perso un figlio più grande, che si chiamava anch’esso Salvador, e pensavano che l’artista fosse la sua reincarnazione. Con il tempo anche Salvador stesso aveva iniziato a pensarlo, per questo motivo si riteneva immortale. Non aveva quindi paura di nulla, nemmeno della morte ma negli anni aveva iniziata a temerla. Si era rifugiato così nella religione e per diverso tempo si era presentato dai Papi in Vaticano. Da loro aveva ottenuto diverse udienze, durante le quali chiedeva delucidazioni sui misteri della religione oppure mostrava e donava le proprie opere. Anche per questo motivo oggi alcuni suoi dipinti si trovano in una sala dei Musei Vaticani, la più ricca collezione d’arte della Chiesa.

Il ricordo di Dalì ai Musei Vaticani

Oggi i Musei Vaticani mantengono vivo il ricordo di Salvador Dalì custodendo alcune delle sue opere, che sono esposte nella sezione dedicata all’arte contemporanea. Là c’è una sala dedicata alla Spagna che ha come artista principale proprio Dalì.

All’interno della sala ci sono ad esempio 2 quadri che appartengono al pittore, “L’annuncio” e “Crocifisso”. Si tratta di due dipinti religiosi molto diversi tra loro che catturano l’attenzione dello spettatore con le loro particolarità. “L’annuncio” ad esempio è uno studio preparatorio all’opera “The Ecumenical Council” che raffigura l’Annunciazione ed al centro un Cristo Redentore. Anche “Crocifisso” è lo studio preparatorio che questa volta mette in luce la morte di Cristo. Particolari sullo sfondo sono i personaggi che tengono in mano gli strumenti della passione e che creano un’atmosfera davvero surreale, in contasto con il soggetto principale.