Le Scuderie del Quirinale presentano “Barocco Globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini”
Protagonista di questa mostra una Roma cosmopolita, al centro di una complessa rete di viaggi e rapporti che annullano confini nazionali e culturali.[...]
Per tutto l’anno erano un cubo impuro, quasi intoccabile. Il primo mese di ogni anno però diventavano le protagoniste di uno strano rituale chiamato Fabarie, che assicurava la fortuna e la fertilità dei campi.
Erano dei rituali che si svolgevano il primo giorno di ogni mese e che secondo il popolo romano, avrebbero portato la serenità. Si chiamavano Calende e consistevano nell’offrire delle fave agli dei in segno di buon auspicio.
A giugno però questo strano rituale cambiava nome e si trasformava in Fabarie. Era molto simili alle consuete Calende ma in questo caso si offrivano agli dei delle fave fresche, appena raccolte dai campi. Venivano lanciate davanti ai loro templi oppure davanti alle statue stesse, per assicurare la fortuna e la fertilità nei campi.
C’è da dire che le fave erano un alimento importante solamente il primo giorno di ogni mese. Il resto del tempo erano considerate impure e in alcuni casi addirittura intoccabili.
Proprio per questo motivo venivano quindi lanciate davanti agli dei. I sacerdoti poi non potevano avvicinarsi al loro fiore, perché secondo le antiche credenze simboleggiava la morte. Le fave erano infatti dei cibi che accompagnavano i defunti nel loro ultimo viaggio, ovvero al momento della cerimonia funebre.
Addirittura venivano usate dalle streghe, dalle maghe per preparare i loro sortilegi e le loro fatture. Erano quindi dei prodotti che portavano sfortuna solamente guardandoli.
Con il passare dei secoli però le cose sono cambiate. Nel Medioevo ad esempio le fase sono diventate un alimento particolarmente amato, che durante le feste stabiliva i re e le regine del momento.
Pare che in questi momenti venivano nascoste le fave all’interno di alcune torte, che poi venivano servite ai commensali. Il fortunato che le trovava era il re della festa che avrebbe dovuto ballare insieme a una regina.
È davvero difficile pensare che un tempo tutti temevano le fave. Sono un alimento che da secoli è parte della tradizione romanesca.
Oggi tutti impazziscono per il suo accostamento con il pecorino. Oppure c’è chi gradisce le fave cotte ed accompagnate da del guanciale croccante. Sono davvero deliziose, anche se probabilmente le più amate sono quelle mangiate alla “vecchia maniera”, ovvero appena sbucciate, salate e infine mangiate insieme ad un buon pezzo di pecorino romano stagionato. Una vera delizia.
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