Anche ai tempi di Giulio Cesare c’era la ZTL a Roma
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Il 2020 si è chiuso con una grande polemica cittadina nella nostra grande Roma, un critico d’arte infatti, Teodoro De Giorgio, dalle colonne dell’Huffington Post aveva lanciato l’allarme sul leone sfigurato di Bernini della Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona; pochi giorni fa la sovrintendenza ha dato notizie sul danno e sul suo restauro…
Un atto clamoroso, il Leone della Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini a Piazza Navona, davanti la chiesa di Sant’Agnese in Agone del suo eterno rivale Borromini, è stato sfigurato. Alcune persone se ne erano già accorte e lo scrivono arrabbiate nei commenti dei vari post e il critico d’arte Teodoro De Giorgio, che dalle colonne dell’Huffington Post ha sollevato la denuncia, è stato molto duro, evidenziando un grande problema, quello della sorveglianza dei monumenti pubblici.
Il leone che, sul lato orientale, si sporge quatto dalla cavità delle rocce per dissetarsi ai piedi della palma africana – scrive De Giorgio nel suo articolo -, tra le personificazioni dei fiumi Gange e Nilo, è sfigurato, ma nessuno se ne accorge. Una porzione cospicua della mascella inferiore è svanita nel nulla. Non c’è più traccia della lingua, dei denti, del labbro inferiore e del ciuffo di pelo sottostante. Il leone ha perso la sua espressione. La sua originaria fierezza si è trasformata in mestizia. […] Dall’esame delle fotografie e dei video – reperibili online – ritraenti il monumento, ho potuto rilevare che il leone è stato danneggiato nella seconda metà del 2020, visto che fino al 21 giugno la sua testa risultava integra. Non è dato sapere che fine abbia fatto il frammento. È fondamentale ritrovarlo per procedere, senza perdere ulteriore tempo, con il ripristino e il restauro.
La notizia è rimbalzata ovunque e non si riusciva a capire se il gesto fosse il risultato di un atto vandalico, come tanti ne ha subiti purtroppo la nostra amata capitale o se fosse figlio di altre cause. Il silenzio della Sovrintendenza era imbarazzante, facendo temere il peggio per tutti, quando qualche giorno fa, in risposta a un utente di Twitter, che manifestava il suo sdegno, la massima autorità di controllo sui beni culturali della Capitale ha finalmente dato notizia riguardo l’accaduto:
I frammenti si sono distaccati il 18 agosto per l’usura di un perno metallico di ancoraggio e non per un atto vandalico. Sono stati recuperati immediatamente dai nostri tecnici e sono in laboratorio per essere preparati per l’intervento di riadesione previsto dal 13 gennaio. https://t.co/2cYnUETChj
— Sovrintendenza Roma (@Sovrintendenza) January 4, 2021
A causare il danno alla famosa fontana di Bernini è stato dunque il Tempo, che inesorabile ha mangiato il mento e gli altri dettagli della bocca del Leone scomparsi dalla Fontana. Oltre a chiarire la situazione la Sovrintendenza sottolinea che i lavori del restauro della statua, inizieranno il 13 gennaio, riportando l’opera d’arte berniniana all’antico splendore. Resta da capire perché la massima istituzione di tutela dei beni culturali romani non abbia dato subito la notizia appena successo ad agosto e che non abbia risposto tempestivamente alla denuncia del critico d’arte dell’Huffington Post.
Fortunatamente dunque, il danno non è stato figlio di un atto vandalico, ma solo delle ingiurie del tempo che inevitabilmente colpiscono anche i monumenti più famosi e più importanti della storia dell’umanità. Purtroppo la nostra capitale negli anni è stata vittima più volte di questo fenomeno disumano, che danneggia non solo un monumento, ma un patrimonio culturale che appartiene ad ognuno di noi in quanto l’arte, anche quella all’interno dei musei è patrimonio di tutti. Gli esempi più recenti ed eclatanti da portare alla memoria sono la devastazione della Barcaccia di Piazza di Spagna da parte dei tifosi del Feyenoord o la coda del mostro marino sempre della Fontana dei Quattro Fiumi spezzata da un turista straniero dopo essere stata usata come trampolino da tuffi.
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