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Ai tempi di Roma antica il calendario delle festività prevedeva una serie di celebrazioni in onore di Giove, il padre di tutti gli dei. Tra queste vi era anche l’Epulum Iovis, che consisteva in un banchetto offerto a lui.
Il calendario romano prevede molte feste dedicate al dio Giove, il più importante di tutti gli dei. Una di queste si chiama Epulum Iovis e viene celebrata il 13 settembre di ogni anno.
La festa è costituita da un ricco banchetto al quale partecipavano anche gli dei, tramite le loro statue, che venivano posizionate su dei comodi lettini come se prendessero parte fisicamente alla celebrazione. Gli dei stessi mangiavano poi il cibo che era messo nelle tavole tramite degli intermediari speciali, i sacerdoti Epulones, che avevano lo strano compito di organizzare banchetti e giochi dedicati alle divinità e di mangiare per conto di queste.
Per questo motivo oggi chi è una buona forchetta è detta epulone, goloso.
Il primo Epulum Iovis si ha nel 196 A.C ed era stato creato per poter festeggiare la costruzione del Tempio di Giove Capitolino. La festa era poi vista come un’occasione per poter ringraziare o semplicemente supplicare gli dei, di conseguenza offrigli un pasto era il modo perfetto per catturare la loro attenzione.
Una cerimonia molto simile all’Epulum Iovis era la Supplicatio, che era organizzata dal Senato. Durante questa festa tutti i templi venivano aperti al pubblico mentre le statue degli dei venivano riposte su dei lettini affinché tutti potessero andare a portargli delle offerte, a ringraziarli o semplicemente a supplicarli inginocchiandosi di fronte a loro.
Il Senato organizzava questa cerimonia per poter ringraziare gli dei per una qualche battaglia vinta durante le guerre. Poteva durare un giorno ma anche una settimana, in base all’importanza della vittoria.
In alcuni momenti della storia romana, la Supplicatio era durata anche 10, 20 giorni. Ad esempio la vittoria di Pompeo contro Mitridate era celebrata con 10 giorni di festa. Il festeggiamento della vittoria di Cesare conto i belgi era durata invece addirittura 15 giorni, mentre la vittoria contro Vercingetorige era durata 20 giorni.
Negli anni però il Senato aveva allungato il Supplicatio di oltre 60 giorni, per ingraziarsi i generali delle truppe e poi portarli dalla propria parte. Una Supplicatio poi non indicava sempre un trionfo. Una volta ne era stata istituita una in occasione della congiura di Catilina ma Cicerone non lo considerava di certo come un momento felice, anzi.
In alcuni casi poi la Supplicatio era accompagnata dal Lectisterium, un rito greco-romano che consisteva nell’offrire del cibo agli dei. Le loro statue erano riposte su dei lettini disposti per le strade della città, alle quali le persone potevano rendere omaggio. Con questa cerimonia si respirava un’atmosfera di pace, durante la quale i templi e le case avevano le porte aperte alla gente, mentre i prigionieri erano resi liberi. Questa festa negli anni aveva sostituito i riti degli Epulum dedicati a Giove, che non permettevano agli dei di essere rappresentati fisicamente attraverso le statue.
I Septemviri Epulones erano dei sacerdoti che appartenevano ad uno dei 4 collegi sacerdotali più importanti insieme ai Pontefici, gli Auguri ed i Quindecimviri Sacris Faciundis. Questi svolgevano delle cariche onorarie all’interno della civiltà pubblica romana, che inizialmente erano attribuite solamente ai Pontefici.
Al momento della loro istituzione del 196 A.C. questi erano soltanto 3 ed erano chiamati Tresviri Epulones. Con Cesare il numero era aumentato a 10 ma dopo la sua morte, il loro numero era sceso a 7 ed i Tersiviri erano diventati Septemviri.
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