“Narciso, la fotografia allo specchio”, una mostra che riflette sul concetto del doppio
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In tanti lo soprannominavano Masaccio perchè era un uomo dall’aspetto malandato, ma probabilmente all’epoca nessuno si aspettava che prima o poi sarebbe diventato uno dei più grandi pittori del Rinascimento e che sarebbe stato studiato sui libri di storia dell’arte. Avete mai visto le sue opere?
È stato uno dei più grandi esponenti della pittura rinascimentale che grazie al suo modo di disegnare si è ritagliato un posto importante nei libri di storia dell’arte.
Chiunque tenti infatti di fare un percorso di studi di tipo artistico si ritrova prima o poi a doverlo affrontare e a conoscere la sua tormentata storia, che si riflette nei quadri che ha realizzato negli anni.
Tommaso di Ser Giovanni di Mòne o meglio Masaccio infatti non è un artista che ha avuto una vita semplice, dato che è stata influenzata da un forte lutto che ha avuto un enorme impatto su di lui, però in pochissimi anni la sua pittura ha cambiato per sempre il modo di fare i disegni e ha permesso al pittore d’inserirsi tra i più maestri dell’arte e di diventare così un grande punto di riferimento per chiunque, anche per gli artisti vicini ai giorni nostri, come ad esempio Giorgio De Chirico.
È stato infatti uno dei primi artisti che ha saputo dare volume alle figure presenti nei quadri e che ha saputo renderle reali, quasi vive, con le loro espressioni facciali. Di conseguenza è impossibile non dargli questi grandi riconoscimenti.
Nonostante Masaccio abbia trascorso la maggior parte della sua vita a Firenze e solamente qualche tempo a Roma, anche lui come tanti grandi artisti del periodo, ha contribuito con le sue opere ad abbellire l’eterna città e soprattutto le sue chiese.
Per esempio proprio lui ha messo del suo per abbellire la Basilica di Santa Maria Maggiore. Insieme al suo collaboratore Masolino ha infatti realizzato la Pala Colonna, ovvero un complesso di sei dipinti che raffigurano la costruzione della Basilica.
Purtroppo però oggi non sono più presenti nella struttura. Dovevano essere inseriti nell’altare maggiore della basilica, ma secoli fa sono stati seghettati, custoditi nel Palazzo Farnese e infine dispersi. Probabilmente sono stati tutti mandati in qualche negozio d’antiquariato, dato che oggi ogni pezzo si trova in un museo diverso. Comunque sia sono davvero affascinanti, anche se dall’atmosfera cupa, ma dopotutto riflettono la vita dell’artista, che era tutto fuorché felice.
Anche nella Basilica di San Clemente si trova un’opera di Masaccio, la cui realizzazione sembra però sia attribuita da molti a Masolino. Si tratta dell’affresco che raffigura Santa Caterina d’Alessandria e che è presente nella navata sud della basilica.
È particolarmente suggestivo e racconta la drammatica storia della Santa, che è stata uccisa per aver rifiutato più volte le avances di un imperatore. È un piccolo capolavoro dell’arte sacra.
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