La Matralia, il rituale solidale riservato alle donne libere | Roma.Com

La Matralia, il rituale solidale riservato alle donne libere

Si svolgeva l’11 giugno di ogni anno ed era una festa a cui potevano partecipare solamente le donne, che in quell’occasione potevano rafforzare il legame con la famiglia. Si chiamava Matralia, la conoscevate?

Una festa riservata solamente alle donne

È ormai noto a tutti che ai loro tempi gli antichi romani avevano molte feste da celebrare, che si svolgevano in svariati momenti dell’anno e che prevedevano rituali di ogni tipo, dai banchetti, alle processioni, ai balli spudorati.

Poichè erano dei momenti felici, di festa, chiunque poteva prendere parte a queste cerimonie, perfino le donne, anche se con le dovute restrizioni. Per esempio solamente le matrone potevano presenziare a questi momenti e difficilmente erano libere di farlo senza il proprio marito.

Diversamente gli uomini potevano partecipare a tutte le celebrazioni che volevano, anche senza le proprie mogli. Tutte a eccezione di una, il giorno della Matralia.

La dea della nascita e dell’aurora

Si celebrava l’11 giugno di ogni anno e solamente le donne libere potevano festeggiarla. Alle schiave e agli uomini non era infatti concesso di festeggiare la Matralia, anzi venivano mandati via qualora avessero tentato di avvicinarsi al tempio in cui veniva omaggiata la dea Mater Matura, la protagonista della festa.

Era la protettrice del mattino e delle nascite e i romani avevano iniziato a venerarla nel momento in cui aveva aiutato le truppe di Roma a vincere la lotta contro i Falisci.

A quei tempi il dittatore Claudio l’aveva invocata per farsi aiutare durante la battaglia e in cambio le aveva promesso un tempio, che infatti era stato fatto costruire a seguito della vittoria.

Semplice ma solidale

Per questo motivo quindi per anni si è celebrata la Matralia nella giornata dell’11 giugno.

Quello che si svolgeva in onore della dea era però una cerimonia semplice e non prevedeva danze o banchetti.. Consisteva invece nel fare una processione verso il tempio della dea, durante la quale le donne portavano un pezzo di pane abbrustolito e i figli dei propri fratelli.

Per loro era un modo di rafforzare il legame che avevano con la propria famiglia. Un atto solidale che dimostrava il loro desiderio di benessere per tutta la famiglia!

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