"Troppi galli a cantà non se fa mai giorno" un caotico modo di dire
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C’è un grande dibattito intorno a questo modo di dire tipicamente romano ma che da sempre è diffuso anche in tutto il resto d’Italia; addirittura l’Accademia della Crusca si è pronunciata su questo tema, non riuscendo però ad arrivare a una soluzione, perché varie sono le interpretazioni, vediamo un po’ quali sono
Sei a cena con amici e dopo aver mangiato e bevuto in grande compagnia, arriva il momento più ‘nfame, si direbbe a Roma, quello del conto. Nel momento in cui arriva la fattura, sale una voce da un lato del tavolo e la proposta è: “Vabbè, famo alla romana?”. Quante volte vi sarà capitata questa scena? Probabilmente qualche centinaio di volte, ma che significa veramente famo alla romana? Il significato più diffuso è quello di dividere il conto in parti uguali, a prescindere da cosa uno abbia mangiato e bevuto durante la serata o il pasto in generale. Ma c’è anche un’altra interpretazione, meno diffusa, di questo detto che è esattamente l’opposto, ovvero ognuno paga la sua quota in base a ciò che ha consumato. Fare alla romana infine, in contesti estranei a quelli della cucina, ha anche un’altra accezione ovvero quella di andarsene di soppiatto, di nascosto, in romanesco alla chetichella.
Il modo di dire, soprattutto per le occasioni in cui ci si ritrova intorno ad un tavolo a bere e a mangiare deriva dalla grande tradizione romana di fare merende all’aria aperta, grazie alle numerose aree verdi presenti a Roma. L’odierno pic-nic, non è altro che l’antica tradizione che aveva il nome di romanata. In questa usanza tipica della Città Eterna, si usava infatti mettere ognuno una quota per comprare il cibo e le bevande per questa scampagnata, così, trasferendosi all’osteria, la consuetudine è quella di mangiare tutti insieme e poi dividere in parti uguali la spesa.
Altri possibili origini di questo detto vengono invece direttamente dal mondo delle osterie romane. Essendo sempre stata meta di pellegrinaggio, a Roma gli osti erano molto preparati, tanto che ai pellegrini che consumavano all’interno del proprio locale portavano già il conto diviso per le persone presenti alla tavolata. Un’altra invece molto più suggestiva origine di questo detto è quella che fa risalire la tradizione all’osteria di “Sora Pina” a Trastevere, che per invitare i turisti o i commensali a pagare velocemente i propri conti, li picchiava direttamente con la scopa. Gli ospiti dell’osteria dunque, per evitare de pjacce le botte, dividevano il conto in parti uguali, per sveltire di molto il pagamento.
Tra tutte queste origini del detto famo alla romana, dalla romanata, alle osterie romane, una cosa sola è chiara che a Roma e ai romani piace molto essere a tavola in un clima gioioso. Che poi si decida di dividere il conto in parti uguali o di pagare ognuno il suo, questo non ha molta importanza, perché per un romano condividere la tavola, dei buoni piatti e un buon bicchier di vino con i suoi amici, è una delle gioie della vita.
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