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Piero Angela, l'inventore del filone documentaristico nella televisione italiana

foto di: Immagini prese dal web

Piero Angela è stato uno dei divulgatori più amati dagli italiani, in grado di fondare il genere documentaristico nella televisione italiana e attirare l’attenzione con un modo di condurre unico

Piero Angela, un divulgatore amato da tutti

Il suo è stato uno dei lutti più difficili da superare in questo 2022, per il contributo che ha saputo dare nel corso della sua vita al mondo della scienza e non solo. Piero Angela è stato tra i divulgatori scientifici più amati dal popolo italiano per la sua capacità di rendere appassionanti gli argomenti di cui trattava nel suo storico programma Quark e non solo. Una carriera professionale che è iniziata come cronista radiofonica e poi come inviato e conduttore del TG1 ma è ricordato soprattutto per la capacità di portare nella televisione del nostro Paese un filone documentaristico in grado di conquistare anche la prima serata con dati di ascolto rilevanti.

Piero Angela e le curiosità sulla sua vita

A scuola è stato un pessimo studente, non aveva molti stimoli da parte degli insegnanti, fiero sostenitore del motto latino ludendo docere, cioè insegnare divertendo. Convinto agnostico, ha avuto una breve carriera anche come pianista, appassionato di jazz. ha suonato alla serata inaugurale dello storico locale Capannina di Viareggio nel 1948. Ha lavorato anche come inviato di guerra, recandosi in Iraqu durante la Guerra dei sei giorni nel 1967, finendo per essere addirittura arrestato per un giorno, e in Vietnam l’anno successivo. Quark è il programma più longevo della storia della televisione italiana, in onda dal 1981, mentre Ulisse, realizzato insieme al figlio Alberto, programma a puntate monografiche riguardanti scoperte storiche e scientifiche, ha iniziato le sue trasmissioni nel 2000.

Piero Angela e il ruolo dato alla divulgazione

Negli anni settanta Piero Angela ha dichiarato di seguire uno stile informale, lontano dagli standard seriosi dell’epoca, avvicinandosi al linguaggio del pubblico catturando l’attenzione con esempi, battute umoristiche. Riteneva che la maggiore difficoltà della divulgazione scientifica fosse spiegare i concetti complessi in modo semplice mantenendo l’integrità del messaggio. Era convinto che quando un lettore non capisce, la colpa sia dell’autore che non è stato di comunicare nel modo corretto. Angela affermava che la divulgazione scientifica è una condizione essenziale per la partecipazione alla vita democratica, di cui conoscenza e consapevolezza sono presupposti.