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Regifugium, quando il re dei sacrifici scappava...ma da cosa?

foto di: Immagini prese dal web

Nell’antica Roma, abbiamo imparato a vederlo, c’era una festa per qualsiasi cosa e i giorni in cui le attività si fermavano per dare vita ai festeggiamenti erano molti; tra questi c’era anche il 24 febbraio, in cui si festeggiava una fuga assai particolare, scopriamo di chi!

Regifugium, la festa della fuga

I romani sono passati alla storia sicuramente per il loro coraggio e il loro valore.  Anche nelle battaglie più importanti della loro storia, seppure subivano pesanti sconfitte, le hanno sempre affrontate con onore, orgoglio e grande spirito di appartenenza. C’era una festa però, molto antica, risalente probabilmente alle origini della civiltà romana, che già in epoca repubblicana si faceva fatica a ricollegare a un avvenimento realmente accaduto, non spiegando quindi le ragioni della festa, né di ciò che succedeva durante quest’evento ed era il Regifugium. Dopo le tante feste romane di fine febbraio infatti, come i Caristia, in cui mangiando e bevendo si cercava la concordia in famiglia, i Feralia in cui si ricercava la pace tra vivi e morti, che pur essendo feste riconosciute da tutta la società erano festeggiate però privatamente da ogni nucleo familiare, il Regifugium era un vero e proprio evento pubblico.

Il protagonista della festa, il Rex Sacrorum

Il protagonista principale di questa festa era il Rex Sacrorum, una figura molto importante per tutta l’era repubblicana e anche imperiale. La creazione di questa magistratura avviene nello stesso periodo della nascita della Repubblica e andava a sostituire proprio la figura del monarca. I sette re di Roma infatti, come anche in tutte le altre società antiche, erano anche i massimi sacerdoti religiosi per cui, con il passaggio dalla monarchia alla repubblica si sarebbe perso anche il massimo esponente sacrale che amministrava riti e sacrifici. Nacque così la figura del Rex Sacrorum ovvero il Re delle cose sacre, che prendeva il posto e officiava tutti quei riti che fino all’epoca monarchica erano riservati appunto al Re.

La strana cerimonia del Regifugium

Entrando nel vivo del racconto, questa festa che cadeva il 24 febbraio, era chiamata dagli antichi romani anche Fugalia, proprio per ciò che durante il rito accadeva. Il Rex Sacrorum infatti, accompagnato in maniera molto solenne anche da altri sacerdoti nel luogo in cui si svolgevano i comizi, dava vita al suo rituale sacrificio per poi…scapparsene a gambe levate dall’assemblea che si era riunita. La sua destinazione era la Regia un edificio in cui si riunivano molte assemblee di sacerdoti e sicuramente si svolgevano dei sacrifici. In quest’edificio, che praticamente diventava il suo nascondiglio, il Rex Sacrorum, rimaneva nascoste fino alle Calendae di marzo, ovvero agli inizi del mese, quando finalmente poteva riapparire in pubblico senza problemi.

Ma perché il Rex Sacrorum scappava?

Come abbiamo detto l’origine di questo rito è per noi abbastanza oscuro e possiamo solamente ipotizzare delle motivazioni. La cosa che stupisce di più oggi è che già gli antichi, come detto prima, ce capivano poco riguardo a ‘sta festa. Il grande poeta romano Ovidio ha provato a dare a se stesso e a tutto il resto degli antichi romani questa spiegazione, probabilmente il Regifugium era la commemorazione della cacciata dell’ultimo Re, Tarquinio il Superbo, dalla città di Roma. Questa spiegazione però non appare convincente agli storici moderni, poiché questa ricorrenza pare che si festeggiasse a luglio, in un evento chiamato Poplifugia, in cui si ricordava il popolo che fuggiva dal Re. L’altra spiegazione, forse più convincente, è quella relativa al diverso calendario della Roma Antica. L’anno per i romani infatti iniziava a marzo e precedentemente alle riforme del sistema del conteggio dei giorni, che portarono i mesi romani ad essere equiparati ai nostri, febbraio corrispondeva a dicembre, per cui la fuga del Rex Sacrorum corrispondeva circa al 24 dicembre, periodo del solstizio d’inverno, e simboleggiava la “sparizione” del sole. La sua ricomparsa a marzo dunque, aveva come significato il ritorno del sole, l’arrivo della primavera e con essa la buona stagione per la rinascita della vita nei campi.