I Ludi Magni, una festa romana carica di adrenalina
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Duranti gli anni scolastici li abbiamo imparati come fossero una filastrocca e più ne ricordavi più eri forte! I sette re di Roma li conosciamo tutti, ma pochi di voi sanno quanto le fonti storiche siano discordanti…In ogni caso, se sette sono i re, allora “Alle sette di sera” sarà la nuova rubrica d’informazioni in pillole firmata roma.com!
Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo: siamo sicuri che ognuno di voi ricorderà i sette re di Roma. Come dimenticarli? Conoscerne i nomi a memoria risuonava fra i banchi di scuola come una sfida all’ultimo sangue e più ne sapevi più eri forte! Ma siamo sicuri siano solo sette e perché sono stati così importanti?
(Fonte: L’arte per tutti e di tutti – WordPress.com)
Partiamo dai primi quattro di origine latina e sabina e quindi dal principio, la fondazione di Roma e Romolo che, dopo aver tracciato il pomerio sacro (un limite invalicabile), decise di fondare sulle sponde del Tevere sopra il colle Palatino il primo germe dell’Urbe. La popolò in vario modo, persino rapendo donne ai vicini sabini, e dopo quarant’anni di governo della città morì secondo la leggenda rapito in cielo (per questo fu poi divinizzato). Gli successe Numa Pompilio, il “re sacerdote” dall’animo più clamo e meno belligerante: al potere per almeno 43 anni, durante il suo regno Roma fu prosperosa e pacifica. È durante questo periodo che, oltre ad essere stabilito un calendario di 12 mesi, cadde dal cielo lo scudo di Marte con su scritto il destino di Roma.
Arriviamo dunque a Tullo Ostilio ed ecco tornare guerre e fame di conquista: pare che il re fosse talmente irrispettoso degli altri popoli e degli dei che morì dopo 32 anni bruciato da un fulmine insieme a tutta la sua casa. Per questo motivo viene ricordato come il “re guerriero“. Dopo di lui, Anco Marzio, “re mercante” nonché fondatore della vicina Ostia e del primo ponte sul Tevere, il pons Sublicius, collegamento fra la riva destra e la via del sale. Promosse il commercio e il benessere di Roma e a lui sembra risalga la creazione della plebe. Alla sua morte, si stabilì nella città il governo degli ultimi tre re di Roma probabilmente di origini etrusche, come si evince dai nomi. Solitamente definita dinastia dei Tarquini il quinto re di Roma, ma primo etrusco, fu Tarquinio Prisco. Fra i suoi meriti oltre la costruzione di alcuni monumenti, come il Circo Massimo e la Cloaca Massima, la più grande rete fognaria della città utile allo sviluppo della zona Foro, l’istituzione dei primi giochi pubblici, i famosi ludi romani.
(Fonte: Romano Impero)
Penultimo re invece Servio Tullio fu colui che, introducendo il principio del censo, divise per la prima volta i cittadini e gli abitanti di Roma per patrimonio, dignità, età, mestiere e funzione. Ampliando il pomerium, non solo annesse alla città i colli Quirinale, Viminale ed Esquilino, ma costruì insieme ai Latini il tempio di Diana sul colle Aventino. Scavò infine un ampio fossato intorno alle cosiddette “mura serviane“ (sembrerebbe iniziate dal predecessore), intorno ai sette colli, fino al suo assassinio in un colpo di stato che vide protagonisti la figlia e il marito Lucio Tarquinio, detto “il Superbo“, meglio noto come l’ultimo re di Roma. Tarquinio il Superbo regnò per oltre vent’anni senza il consenso né del senato, né del popolo romano istituendo un regno di terrore, violenze e omicidi. La conseguenza fu la rivolta di Roma, il rovescio della monarchia in Res Publica e l’ abbandono del re fuori le porte della città. Pensate che provò almeno quattro volte a rientrare nell’Urbe, ma fu sconfitto ogni volta!
No, non stiamo parlando né di Totti, né del broccolo romanesco o di qualche celebre personalità cinematografica romana. Dovete sapere infatti che insieme a Romolo, secondo la storia, regnò per appena un anno un altro re, Tito Tazio, re dei Sabini del Quirinale, secondo un patto d’unione col popolo di Roma!
(Fonte: Romano Impero)
D’altra parte la notizia non ci fa impallidire più di tanto se teniamo conto che le fonti storiche sappiano davvero molto poco sull’età regia della Capitale. Le informazioni che possediamo derivano prevalentemente da tradizioni orali tramandate all’interno di gruppi gentilizi più antichi e hanno dunque un taglio leggendario. Questo materiale, rielaborato col passare del tempo, ha finito per dare vita a un racconto più o meno omogeneo che si è andato consolidando nel corso degli anni, giungendo a noi frammentato in una piccola porzione, selezionata in maniera casuale dagli accidenti della storia.
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