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Porta del Gianicolo aperta? Roma entra in guerra!

foto di: Immagini prese dal web

Ebbene sì, nonostante il colle del Gianicolo non fa parte dei 7 colli ufficiali sui quali la leggenda vuole sia sorta Roma, questo luogo è risultato sempre molto importante fin dall’antichità per la vita e la sopravvivenza della Capitale.

Il Gianicolo, colle fondamentale per Roma

Se dovessimo classificare i colli di Roma per importanza, il Gianicolo starebbe sicuramente nelle prime posizioni dopo il Palatino, sul quale la leggenda dice sia nata la Capitale. Già, proprio lui che è rimasto sempre escluso dalla lista dei sette colli originari su cui nacque l’Urbe. Forse perché un po’ più marginale o forse perché oltre il Tevere, che in un primo momento era una linea di confine naturale tra le popolazioni del nord e del sud del Lazio. Già durante il primo sviluppo di Roma quando a regnare erano ancora i re, questo colle cominciò a svolgere un importante funzione difensiva. Su questa altura infatti erano poste le vedette, che attraverso l’innalzamento di una bandiera, assicuravano una situazione tranquilla durante lo svolgimento dei comizi nel Campo Marzio. Anticamente questo colle era chiamato anche Montorio che deriva da Monte d’oro, perché la sabbia di cui è composto ha un colore giallo dorato. Questo particolare pigmento dipingeva d’oro anche le bionde acque del Tevere, che proprio da qui prendono questo appellativo. Su questo colle trovarono sepoltura anche alcuni tra i personaggi più importanti della Roma antica, come il re Numa Pompilio o i poeti Cecilio Stazio e Ennio.

Porte aperte guerra in vista!

Il colle venne dedicato dai Romani a Giano – il suo nome viene da lì -, un dio dotato di una doppia testa (detto anche bifronte), che poteva guardare nel passato e nel futuro. Il suo nome inoltre deriva dalla parola ianus ovvero porta, ricordando il culto di questo dio, come protettore degli inizi, dei passaggi. Non a caso dunque gli venne dedicato questo colle, proprio perché di passaggio per arrivare a Roma. Un’altra leggenda però vuole che alle sue pendici ci fosse una porta di metallo, che era solita aprirsi autonomamente qualora una provincia romana si fosse ribellata. Non appena qualche cittadino romano si accorgeva di questa insolita apertura, correva ad avvisare il resto della popolazione per andare poi direttamente al Pantheon, dove erano collocate tutte le statue che ritraevano le provincie dell’impero romano. Come fare a capire quale si fosse ribellata? Facile, bastava vedere quella voltata di spalle. In questo modo era facile inviare truppe sul luogo per sedare la rivolta!

L’importanza del colle nel tempo

Questo colle poi nel tempo si integrò all’interno della storia di Roma pur rimanendo sempre esterno e fuori dalle mura della città. Nella storia moderna è ricordato soprattutto per la battaglia del maggio-giugno del 1849; nella Capitale era sorta la Repubblica Romana e i le palle di cannone dei franzosi, che difendevano il Papa, inondarono tutta Roma, facendo capitolare la piccola repubblica creata da Mazzini, Armellini e Saffi, aiutata anche da Garibaldi. Oggi sul Colle un cannone spara ancora, ma a salve e non per fare la guerra, ma per segnalare ai romani l’arrivo di una delle ore più importanti…quella der pranzo!

Il Gianicolo oggi, San Pietro in Montorio e l’Orto Botanico

Oggi il colle del Gianicolo è un luogo elegante, circondato dalla natura in cui regna la pace. Sulle sue pendici si trovano numerosi monumenti che ricordano lo sforzo Risorgimentale fatto per unificare l’Italia e anche una delle architetture più particolari e uniche del rinascimento italiano, il tempietto di San Pietro in Montorio del Bramante. Sulla parte invece che affaccia sul Tevere a ridosso di Villa Farnesina è situato l’Orto Botanico di Roma. In questo angolo di paradiso, curato dall’Università “La Sapienza”, professori e tecnici si sforzano per far conoscere a più persone possibili il vastissimo mondo della botanica e della natura. Dalle piante acquatiche al bosco Romano, dal giardino mediterraneo a quello giapponese, dagli alberi monumentali al bambù. Una vera e propria esaltazione della biodiversità e del patrimonio naturale che con il riscaldamento globale rischia di scomparire per sempre. Un colle pieno di storia, che ancora oggi stupisce per la vista panoramica che da qui si può godere su tutta Roma.