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Romani-zzati: come e da cosa riconoscere un romano?

foto di: Immagini prese dal web

Romani, un popolo di caratteri e di caratteri-stiche. Come e da cosa riconoscere un romano tipo? Ecco a voi la prima guida, per capire se, chi avete di fronte, è davvero di Roma oppure no…

Romani, “sei di Roma se

Non sei di Roma solo perché sei nato a Roma o perché le 15 generazioni alle tue spalle sono romane. Sei di Roma per tante caratteristiche che ormai neanche noti più e che hanno definito chi sei, i tuoi modi di fare, ancor prima te ne accorgessi. Cosa fa, di un romano, un romano? Semplice, ti presentiamo un prontuario sulle caratteristiche del romano tipo. Una guida che ti permetterà di non perdere la strada e di riconoscere, soltanto da alcune sue peculiarità, la persona che hai di fronte in pochissimi secondi.

Regola numero 1: il romano è quello che fa amicizia, sempre e comunque. Dai, te ne sarai accorto anche tu: in quante occasioni il romano del gruppo ha svoltato la serata? Si tratti di una vacanza, di una gita fuori porta, di un paese straniero o di una situazione poco piacevole, la socialità e la simpatia del romano sapranno contagiare tutti! Per non parlare del romano in spiaggia! Sarà per la frenesia, che è costretto a mandar giù tutti i giorni, della città in cui vive, di cui ha preso presto le sembianze anche lui, ma al romano nun ce stà gniente da fa’, je piace parlà pure coi sassi, fà gruppetto, fa caciara, organizzà cose e “più semo mejo se stà“!

Regola numero 2: il romano è creativo, anche perché se nun sei un po’ creativo, in questa meravigliosa città, parcheggi cor c…cioè: dopodomani! La creatività del romano si palesa in tantissime occasioni, coi parcheggi è il minimo! Oggi direbbero “smart” per definire questa sua verve, e – fermate – nun stamo a parlà de quella cosa che quando pensi de avé trovato un buco: “ah no c’è una c…di smart!“. La verità è che coi tempi amplificati di Roma, devi pe’ forza essé bravo a ‘ncastra le cose, perciò via a tutto il problem solving tipico del romano, ché in ogni contesto il romano ce mette sempre ‘n’attimo se sà.

Regola numero 3: al romano non je poi dì apericena, “perché a magnatte du’ ciofeche ce vai tu!“. Il romano s’arrangia, al massimo, nel senso che se butta in pentola du’ spaghetti aio ojo e peperoncino, se proprio se mette male! E poi che so’ sti finger food? O c’hai fame o nun ce l’hai. Provate a dillo a qualche nonna romana, dell’apericena!

Regola numero 4: mai far arrabbiare un romano, perché quando il romano s’inca..vola tira fuori il meglio di sé. Avete presente il classico romano composto, giacca e cravatta, capace di un italiano impeccabile in tutte le situazioni, lavorative e non? Ecco, provate a fargli un torto e – sintomo anche questo di una certa creatività – lui all’improvviso vi sembrerà irriconoscibile. Al posto delle sue belle parole intere, comincerà a tagliare i verbi, ad utilizzare lo “je“, l’articolo “er (tipico articolo della grammatica dialettale romanesca) e via dicendo!

Infine, regola numero 5: per il romano il GRA è davvero un anello nuziale: una fede. Così, se fuori dal GRA c’è l’ignoto, entro è tutto più comprensibile. Non importa se per andare a Roma sud, da Roma Nord, si impiega lo stesso tempo che per andare da Roma a Napoli: per lui, l’interno sarà sempre meno “lontano” e “strano” dell’esterno, perché Roma è Roma.

E tu quali altre caratteristiche attribuiresti al romano tipo? Ti riconosci in alcune delle regole che abbiamo individuato?