Anche ai tempi di Giulio Cesare c’era la ZTL a Roma
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Il 6 maggio del 1840 entrò in vigore il primo francobollo della storia. Qual è la storia di quest’incredibili carte-valore? Ormai protagonisti di vere e proprie collezioni, quali sono i francobolli più costosi al mondo?
Gran Bretagna, 1837. Rowland Hill fa pubblicare il libretto Post Office Reform: its Importance and Practicability. Si tratta dell’inizio di una delle più importati riforme postali di sempre. Il funzionario intuisce, prima di tutti gli altri, la necessità di un servizio postale prepagato. Secondo la sua intuizione (pensiero piuttosto riformatore per l’epoca) la riscossione della tariffa non doveva più avvenire al ricevimento, ma al momento della richiesta di spedizione, dunque a spese del mittente. Qualche tempo dopo, il Parlamento approvò la trasformazione. Fu in quel preciso istante che subentrò il bisogno di una specifica carta-valore.
(Fonte: Wikipedia)
In quel preciso momento, presero forma, in altre parole, i primi francobolli, come testimonianze dell’avvenuto pagamento a fronte della spedizione. Per dare forma a questo piccolo oggetto, nella funzione – di fatto – una sorta di scontrino, venne persino bandito un concorso, che però non andò a buon fine, passando ancora una volta l’impegno nelle mani di Hill. Il 6 maggio 1940, entrò in vigore, per la prima volta nella storia, l’utilizzo del francobollo.
Con l’intento di ideare il primo francobollo, Rowland Hill e il suo staff cominciarono quindi la ricerca di un’immagine che potesse, in qualche misura, rappresentare le loro origini. E cosa più della monarchia poteva simboleggiare la Gran Bretagna? Recuperato da una medaglia di qualche anno prima, la scelta ricadde dunque sul profilo della Regina Vittoria. Così nacque il primo francobollo, meglio noto con il nome di Penny Black.
(Fonte: Wikipedia)
Circa otto anni dopo, l’ingegnere Henry Archer, con l’invenzione delle perforazione meccanica, avrebbe completato l’opera, aggiungendo al francobollo le sue note dentellature. E, più tardi, intorno al 1850, il francobollo avrebbe fatto la sua prima comparsa anche in Italia. Prima nel Regno Lombardo-Veneto, con la serie chiamata “Aquila Bicipite“, poi in tutti gli altri stati (n.b. l’unità d’Italia sarebbe arrivata qualche anno dopo), di cui ultimo, il Regno delle Due Sicilie. Oggi, con l’avvento delle tecnologie e di altri meccanismi specifici, l’utilizzo del francobollo è diventato ormai obsoleto. Tuttavia, “carta manent” e questi piccoli quadratini stampati sono diventati protagonisti di collezioni da capogiro.
Ed è proprio in questa nuova veste, in questa nuova versione, che i francobolli assumono valori incredibilmente alti. Alcuni di essi sono diventati talmente costosi che, si fa fatica persino a pensarle, certe cifre. Uno dei più ambiti francobolli da collezione, poi, riguarda proprio Roma. In particolare, questo pezzo unico vanta la stampa di una specifica e antica divinità romana. Conosciuto ai collezionisti col nome di Red Mercury, il francobollo presenta, appunto, l’immagine del dio Mercurio, protettore del commercio.
(Fonte: Wikipedia)
Si tratta di un pezzo estremamente raro da trovare, perciò il prezzo molto elevato. Stampato anche in blu e giallo, infatti, l’esemplare rosso fu presto rimpiazzato, sopravvivendo soltanto in un’esigua e, per chi lo possiede, fortunata quantità. Ma veniamo al prezzo: il Red Mercury, dai suoi pochi spicci dell’epoca, vale oggi circa 37.000 €! E pensate che non è neanche il più costoso, perché con un unico esemplare rimasto al mondo, il Treskilling Yellow, figlio di un’errata stampa di una partita di francobolli, vale oltre i 2.000.000 di Euro!
Quando si dice che la grandezza è nelle piccole cose, eh!
(Fonte: Wikipedia)
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