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Sant’Agnese fuori le Mura: è in questo luogo di culto che si celebra, ogni anno, una cerimonia tipica della tradizione cattolica antica. Sapete quale? Scopriamolo insieme!
Ogni anno, il 21 Gennaio, in occasione della festa della patrona, si celebra all’interno della basilica di Sant’Agnese fuori le mura, una tipica cerimonia cattolica dal sapore particolarmente antico. Pare che una volta ogni 365 giorni, sull’altare di questo luogo di culto romano, vengano benedetti due agnellini, per una ragione tutta religiosa. La loro lana verrà utilizzata, infatti, per il confezionamento di un determinato paramento liturgico papale, chiamato Pallio.

(Fonte: Wikipedia)
Si tratta, in sostanza, di quel lembo di stoffa bianca che il papa (e non solo, perché fu poi concesso a vescovi ed arcivescovi), capo supremo del potere ecclesiastico, solitamente indossa sulle spalle in occasione di messe solenni o cerimonie piuttosto importanti. Indumento simbolico, il Pallio serve da sempre a rappresentare la pecora che il pastore, come prescritto da Cristo, porta sulle spalle. Dunque, il compito principale degli uomini di chiesa: quello di essere i pastori di un gregge di anime, che vanno direzionate sulla via della salvezza.
Corrispondente all’omoforio (omophórion), vestiario tipico della Chiesa ortodossa e dei suoi vescovi, in origine il Pallio era indossato soprattutto dai filosofi e, nell’arte paleocristiana, era dipinto indosso a Gesù e agli apostoli, come segno della loro fondazione del Cristianesimo. Dell’idea, cioè, che esistesse, come per la metafisica filosofica, un altro mondo, distaccato da quello “reale“, meglio fisico. Non si hanno, tuttavia, fonti certe su quando approdò definitivamente nella liturgia cristiana. Sebbene, secondo Tertulliano, sarebbe stato un certo papa Marco ad indossarlo per primo, conferendone la possibilità anche al vescovo di Ostia, l’unico insignito del diritto di consacrare il papa. Senza dubbio sappiamo, però, che nel IV secolo il Pallio era considerato a tutti gli effetti un’insegna papale. Notizia, questa, abbastanza indiscutibile, insieme a quella sulla sua forma, che pare cambiò nel corso del tempo.

(Fonte: Wikipedia)
Il Pallio moderno differisce molto da quelli utilizzati in passato, soprattutto quelli appartenenti ai primi secoli della Cristianità, come si evince da alcuni mosaici di Ravenna. Se agli inizi il lembo era lungo e spesso, e indossato a formare una sorta di “v”; oggi, il Pallio ha una forma circolare e le due strisce verticali, che scendono dalle spalle, non possono raggiungere la lunghezza di più di 30 cm.
A differenza di vescovi ed arcivescovi, obbligati a riceverne l’autorizzazione, solo il papa può decidere di indossare il Pallio per ogni occasione e in qualsiasi luogo. Quest’indumento ha un ruolo talmente importante che, alla morte, deve essere sepolto insieme al suo legittimo proprietario. Ovviamente, il Pallio può essere concesso soltanto in un luogo al mondo: al Vaticano.

(Fonte: Vatican News)
Unica eccezione a questa pratica, da sempre svolta a Roma, la consegna del Pallio nel 2017, fatta eccezionalmente a Milano, a Mario Delpini, da parte del predecessore cardinale Angelo Scola (ripetuta nel 2020 dal cardinal Bagnasco per Marco Tasca, durante il rito di ordinazione episcopale). Papa Francesco, l’anno scorso, in data 29 giugno 2020, ha imposto l’uso del Pallio al cardinale decano Giovanni Battista Re, in quanto vescovo di Ostia. Prima di lui, già papa Giovanni Paolo II lo concesse a Bernardin Gatin e a Joseph Ratzinger, che poi lo concesse, a sua volta, come papa Benedetto XVI, al cardinal Sodano.
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