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Chi lo avrebbe mai detto che un’inestimabile opera di Caravaggio potesse nascondersi all’interno di una casa? Oltre settant’anni fa in un’abitazione romana è stato ritrovato un importantissimo quadro dell’artista ed in suo onore è stata organizzata una mostra che tutti potranno vedere al Palazzo Barberini fino al 27 marzo.
È sempre una grande gioia ritrovare un’opera d’arte antica, soprattutto se questa è questa stata realizzata da Caravaggio in persona. Si è trattata infatti di una scoperta sensazionale quella che hanno fatto nel 1951 il restauratore romano Pico Cellini e lo storico d’arte Corrado Ricci all’interno di una casa di Roma. I due per puro caso hanno recuperato un quadro che il pittore Caravaggio aveva dipinto sul finire del 1500 per un banchiere ed è un’opera di cui per molto tempo se ne sono perse le tracce.
Era un quadro che raffigurava l’eroina biblica Giuditta nell’intento di uccidere il generale assiro Oloferne e che fino al 1800 era rimasto a Roma. Successivamente l’opera era poi stata acquisita dagli antenati di Vincenzo Coppi, il proprietario della casa del ritrovamento. L’uomo che era particolarmente geloso dell’opera, l’aveva custodita per anni all’interno della propria casa e l’aveva nascosta a chiunque. Nessuno poteva avvicinarsi al quadro oppure ad una sua copia dato che non ve ne erano.
Il quadro però non era sfuggito all’occhio attento della coppia di esperti d’arte, di conseguenza lo Stato Italiano ha acquistato l’opera di Caravaggio e successivamente l’ha inserita all’interno della Galleria Nazionale d’Arte Antica. Quest’ultima è una ricchissima collezione di opere d’arte che oggi sono custodite all’interno dei Palazzi Barberini e Corsini e che vengono esposte al pubblico tramite delle mostre.
Sono passati ormai settant’anni dal sensazionale ritrovamento ed in occasione all’interno del Palazzo Barberini è stata organizzata una grande mostra che si potrà vedere fino al 27 marzo. È un’esposizione che attira l’attenzione dei più grandi appassionati dell’arte e che è incentrata sull’eroico personaggio di Giuditta, il soggetto del quadro ritrovato.
Il celebre quadro di Caravaggio viene quindi confrontato con altre 30 opere raffiguranti lo stesso soggetto che provengono da ogni angolo d’Europa. Nella mostra sono infatti presenti delle opere provenienti dal Museo del Prado di Madrid e da Vienna che mostrano il gesto della giovane Giuditta secondo le loro interpretazioni.
Una prima sezione dell’esposizione è infatti dedicata totalmente a Giuditta. Ogni artista prendendo esempio dall’opera di Caravaggio ha ritratto la donna in base alle sensazioni che quest’ultima evocava. Alcuni pittori hanno ad esempio ritratto Giuditta come una persona timorosa che si stava difendendo da Oloferne, mentre altri come una donna senza timore. La seconda parte della mostra è invece dedicata a Caravaggio ed al quadro ritrovato. Al suo tempo l’opera ha segnato una rivoluzione nell’arte attraverso la rappresentazione di una scena tanto cruda quanto graziosa. Era quindi inevitabile dedicarle la mostra che prosegue con una terza sezione questa volta dedicata alla pittrice Artemisia Gentileschi. La donna è stata una grande pittrice del 1600 che ha voluto dare una sua interpretazione di Giuditta, rappresentandola come una ragazza forte e coraggiosa.
La mostra infine si conclude con un confronto tra le figure di Giuditta ed Oloferne e quelle di Davide e Golia, altri due personaggi della Bibbia molto simili ai due precedenti.
Una visita al Palazzo Barberini durante il weekend può essere un’occasione per i bambini di scoprire l’eroico personaggio Giuditta. Ogni domenica infatti i più piccoli potranno fare delle attività didattiche che gli permetteranno di conoscere meglio questa figura in ogni suo aspetto.
I più grandi invece potranno partecipare ad un percorso che li porterà a scoprire la condizione della figura femminile nel 1600. Anche loro potranno conoscere qualcosa in più su Giuditta e sulla pittrice del 1600 Plautilla Bricci. Saranno due eventi cui si potrà assistere ogni domenica fino al 27 marzo.
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