Torna a Gavignano la tradizionale festa delle castagne e del vino novello
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Archeorunning è una splendida realtà di Roma, un progetto di Isabella Diana Calidonna, calabrese di nascita e romana d’adozione. Guida turistica e tecnico FIDAL e CONI, Isabella è innamoratissima della Capitale e oggi ci racconta il suo progetto.
La storia è molto affascinante ed è nata giorno dopo giorno, a partire dal mio trasferimento a Roma. Io sono storica dell’arte e aveva appena terminato il mio post-laurea a Siena; il 26 gennaio del 2013 mi trasferisco qui, nella Capitale, comincio ad inviare curriculum e vengo presa come guida turistica al Colosseo. Quindi inizio a studiare per prendere il patentino, lascio il più grande monumento di Roma e inizio a lavorare da freelance. In concomitanza con l’inizio della mia vita qui a Roma ho iniziato a praticare prima kick boxing, poi sotto il consiglio del mio istruttore, anche la corsa. Una volta, era il 2016, ho accompagnato degli amici in una visita guidata, facevano parte di una squadra di running e terminato il giro mi fecero una domanda illuminante, che ha fatto scattare tutto: “Isa, perché non provi a fare delle visite correndo?”; “Perché no, proviamoci!”, mi sono detta, ed è partita la scommessa! Quindi ho messo su il progetto tutto da sola, sito, social, contenuti e ora ho Claudio Ubaldini che mi aiuta con le PR e Andrea Danzi, il mio compagno, che mi ispira alcune volte nel creare percorsi, anche in base alle sue curiosità.
Esattamente! Dopo il patentino per guida turistica mi mancava solamente assicurare un servizio professionale anche al lato running, quindi ho iniziato a studiare da tecnico FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera), e lì il cerchio si è chiuso. Da lì il passo è stato breve e ho preso anche l’abilitazione come preparatore fisico CONI!
Appena incontro i turisti faccio una breve intervista per capire qual è il miglior modo per affrontare l’attività; corsa, jogging leggero o movimento veloce. Dopo un breve riscaldamento si parte per il giro vero e proprio; quando vedo da lontano uno dei siti in programma, rallento progressivamente, per abbassare il battito e non raffreddare troppo i muscoli, quindi illustro il monumento. Subito dopo si riparte per il sito successivo! I percorsi sono lunghi circa 5 km, un’ora e mezza di durata quindi e quasi sempre sono progettati per essere un anello, con l’arrivo allo stesso punto della partenza. Alla fine del percorso, prima di salutarci c’è una fase di stretching e defaticamento. Questa attività la possono fare veramente tutti, anche i non corridori perché con la mia professionalità di guida e di tecnico FIDAL e CONI cerco di far vivere una bella esperienza a tutti, coniugando il movimento e alla visita di una delle città più belle al mondo, secondo la filosofia di Archeorunning, la runDipidity.
Si esatto, è un termine che ho coniato io e che unisce i concetti di running e di serendipity. Mi piacerebbe che tutti i romani facessero loro questa filosofia: muoversi, anche in maniera dolce, liberando la testa dai pensieri e vivendo a 360 gradi la propria città! Correndo e ammirando le bellezze di Roma si può lasciare le macchine a casa e fare un’uscita insieme ad Archeorunning anche in bici, perché no! L’importante è riappropriarsi della propria città in maniera diversa, ammirandola e respirando le bellezze della Capitale.
In questo momento storico, in cui gli spostamenti sono fortemente sconsigliati, rimango su Roma, anche per una forma di responsabilità e di prudenza. In generale ho cominciato a farne anche fuori dando vita insieme a Terre Ospitali, all’EnoTrekking Tour, un percorso che si snoda nei vigneti di quattro aziende vitivinicole dei Castelli Romani, in cui ci fermiamo, ascoltiamo la loro storia e poi ripartiamo. Alla fine di questi 6 km c’è un pranzo o una cena, in base al momento della giornata e un assaggio vini. Questo novembre sarei dovuta esser presente anche alla Maratona di Ravenna strutturando un running tour che avrebbe raccontato i diversi monumenti UNESCO presenti lungo il percorso; purtroppo è saltata causa Covid come anche l’EnoTrekking Tour e la Maratona di Roma. In quest’ultimo evento sono anche uno dei coach ufficiali e partecipo con alcune attività di Archeorunning agli allenamenti Get Ready.
La prima visita è stata il giro delle sette chiese, molto difficile dal punto di vista del chilometraggio, ma in quel caso erano tutti runner specializzati. Il primo percorso che ho creato io e di cui sono molto fiera è stato il Roma Bridge Running Tour, prima a Roma nessuno faceva niente del genere. La prima volta il percorso andava da Ponte Milvio a Ponte Sublicio, in zona Porta Portese. Poi ovviamente in base alle esigenze, il tour può essere personalizzato facendo percorsi anche più brevi. L’emozione della visita c’è sempre, per me ogni volta è la prima volta, proprio perché quando guardo Roma vedo la bellezza. Io qui sono rinata, tanto che festeggio il mio secondo compleanno proprio il 26 gennaio, il giorno del mio trasferimento qui. Potrei girare ovunque ma tornerei sempre qui; qualche tempo fa sono stata un mese a New York, città bellissima, io sono innamoratissima dell’America, ma…Roma è Roma!
Difficile da dire, in ogni tour che faccio ci metto tutta l’attenzione e l’amore che ho e devo dire che le persone riescono a sentire la mia passione per quello che racconto. Quando i turisti osservano un edificio del Rinascimento e scoprono che è stato costruito con materiali del I – II sec d C., si emozionano veramente, di conseguenza per me tutte le escursioni che faccio mi lasciano una bellissima emozione.
Ho ripreso cambiando pubblico. I primi due anni di Archeorunning li ho trascorsi sondando il terreno; gli italiani rispondevano poco a questo tipo di iniziativa quindi ho cambiato target e i principali turisti che seguo sono gli americani. Dopo il lockdown però, tra giugno e luglio ho avuto una bella risposta anche da parte di tantissimi italiani. Ho ripreso con molta cautela vista la situazione, quando si corre si può togliere la mascherina, ma quando ci si ferma si deve necessariamente indossare; io salvo casi eccezionali ho sempre realizzato i percorsi in maniera privata o a piccoli gruppi (7/10 persone per i running tour e 13/14 persone per i walking tour). Da sempre poi utilizzo le radioline per comunicare con i turisti proprio per permettere il distanziamento e per farmi ascoltare meglio.
In realtà tendo a non identificarmi con nessuno, ma ci sono stati personaggi dell’antica Roma che mi sono particolarmente cari, perché li ho studiati e ho letto molti libri su di loro. Augusto in primis, poi Adriano con le sue Memorie che cito sempre quando vado a Villa Adriana e infine Giulio Cesare, che spiego sempre, in particolar modo agli americani, non è stato il primo imperatore di Roma, ma che ha solo messo le basi affinché Augusto portasse avanti il suo programma.
Sicuramente il monumento che mi ha vista nascere come operatrice della cultura: il Colosseo, di cui conosco vita, morte e miracoli. È il monumento per eccellenza della Capitale, per me poi ha anche un valore affettivo, visto che, lavorativamente parlando, sono nata lì.
Fammici pensare…Un bel running tour in Giordania tra Petra e la piccola Petra, sarebbe bellissimo!
Portare Archeorunning fuori dai confini regionali, come già stavo facendo con la Maratona di Ravenna, dove comunque andrò l’anno prossimo; poi mi piacerebbe cercare persone e professionalità che mi somiglino, non necessariamente un runner evoluto, ma qualcuno che sappia, come me, coniugare questi due mondi. Infine mi piacerebbe diffondere sempre più la filosofia della runDipity di Archeorunning, per far godere in maniera nuova la città di Roma a tutti i romani.
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