“Non bisogna fermasse alla prima osteria”: il motto che invita alla resilienza
“Non bisogna fermasse alla prima osteria” è detto romano, che ci ricorda una lezione di vita fondamentale: non bisogna scoraggiarsi al primo ostacolo.[...]
Chiunque in Italia sa cosa vuol dire, essendo l’espressione usata in tutta la penisola, ma difficilmente qualcuno ne conosce le origini, che a quanto pare sembrano risalire a dei tempi piuttosto remoti. Ma tu sai cosa vuol dire?
È un’espressione colorita e che tutta l’Italia conosce, perchè viene usata sia nel Lazio che in diverse altre regioni della penisola, sopratutto in quelle centrali.
Essendo legata alla prescia, alla fretta, in genere viene usata per definire una persona come impaziente oppure come frettolosa. In ogni caso non è quindi un complimento, ma qualcosa che viene detto in modo quasi esasperato.
Certo che è proprio curioso il modo con cui viene definita una persona frettolosa, o meglio “presciolosa“. Pare però che ci sia un motivo specifico per il quale si usi proprio questo termine.
La parola “prescia” è un derivato dell’italiano “premere”, ovvero fare pressione su qualcosa. Si usa in questo contesto per indicare il mettere pressione, il mettere ansia della persona con i suoi modi di fare frettolosi e per nulla pazienti.
Sembra però che questo termine derivi anche da un altro contesto, che pare abbia a che fare con la “corsa carnevalesca dei berberi“, tipica del carnevale romano.
Sembra che questo termine derivi anche da un oggetto che veniva utilizzato durante il carnevale romano, esattamente durante la corsa dei berberi, ovvero dei cavalli senza fantino.
Si tratta di una pece che veniva messa sui cavalli poco prima di farli correre affinchè potessero andare più veloci, ovvero di prescia. Probabilmente è anche per questa ragione che oggi l’espressione viene detta in questo modo.
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