“Po esse”, la frase dei dubbiosi
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La conosce tutta l’Italia, ma solamente i romani usano questa simpatica versione, che chiaramente non si riferisce al formaggio, come potrebbe sembrare, ma a tutt’altro. È infatti un modo ironico che definisce una persona che “si avvicina un po’ troppo” alle altre.
In italiano è conosciuto come “fare il provolone” ma a Roma è più comune dire “fare il provola” nel momento in cui ci si accorge che qualcuno si sta comportando come un “dongiovanni” nei confronti di una o più donne.
A differenza di ciò che si potrebbe pensare, il modo di dire non ha quindi nulla a che vedere con il formaggio, ma con altro. È però raro che qualcuno tergiversi il suo significato perchè è piuttosto noto.
Nonostante la differenza di significato che c’è, pare che il “provola” del modo di dire, sia un derivato del formaggio provolone.
Oltretutto sia il “dongiovanni” che il formaggio in questione sono noti per le conquiste che fanno. Il primo con il suo modo di fare riesce infatti a catturare il cuore delle persone, mentre invece il secondo con i suoi sapori e la consistenza pastosa che ha, convince il palato di tutti, sia dei grandi che dei piccini.
Non è per questo motivo però che il provola del modo di dire, deriva dal provolone.
Pare che un “dongiovanni” si chiami provolone o provola, semplicemente perchè entrambe le parole sono degli accrescitivi del verbo “provare”, inteso come tentativo di approcciare con qualcuno in maniera romantica.
Per questa ragione quindi si definisce provolone o provola chi cerca di conquistare una o più persone con fare romantico, tipico appunto del “dongiovanni”. È per questo che nasce il “ma che stai a fà er provola?” per dire “ma che ci stai a provà con me?”.
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