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In questo tempo freddo, in cui il sole fa molta fatica a scaldare l’aria romana e l’inverno tira i suoi ultimi colpi di coda, nell’antica Roma si festeggiavano i Parentalia, un’intera settimana dedicata ai propri cari defunti.
Sicuramente nell’antichità il rapporto con la morte era differente da quello che abbiamo noi oggi. Per alcuni versi questo evento naturale che segna la fine della nostra vita era molto più presente nella quotidianità delle persone, a causa delle numerose guerre che si succedevano, delle malattie anche le più banali che siccome non venivano curate adeguatamente portavano alcune persone a morire di febbre o di altre patologie oggi curabili. Anche nell’antica Roma succedeva tutto questo ma i romani, per la loro cultura, avevano molta paura del contatto con la morte o con i defunti. Se durante l’anno quindi i propri cari avevano poco spazio, diciamo che i parenti se rifacevano tutti a febbraio. Dalle idi di febbraio ovvero il 13, fino al 21, a Roma si festeggiavano i Parentalia, una festa dedicata agli antenati che culminava con i Feralia proprio il 21 febbraio e che potremmo giudicare una sorta di antenato di Halloween, ma ne parleremo più ampiamente con un articolo proprio questa domenica.
I Parentalia dunque sono dei festeggiamenti che nell’antica Roma erano tributati ai defunti e agli antenati. Questi ultimi per i romani erano molto importanti e avevano una connotazione molto familiare, tanto da tenere in casa una piccola edicola con altare, in cui all’interno venivano esposte delle statuette, chiamate sigillum, che rappresentavano proprio i Lari, ovvero gli dei che incarnavano i propri antenati. Queste statuine di solito si regalavano a vicenda nei giorni dei Saturnalia, l’antico Natale romano. Queste divinità familiari proteggevano i membri della casa in qualsiasi occasione, quando si era in partenza per un viaggio, quando ci si sposava, venivano ringraziati anche al ritorno da un viaggio. Di solito davanti a lor era posizionata una piccola candela come omaggio. Questa festa dei Parentalia dunque è di origine molto antica, come anche l’origine dei Lari che si fanno discendere dalla religione etrusca. A istituirla pare sia stato Enea mentre a regolare la parte religiosa furono le sacerdotesse Vestali, le quali nell’antica Roma custodivano il fuoco sacro e offrivano sacrifici a nome di tutta la comunità di cittadini. Data l’importanza di questi giorni, tutti i templi venivano chiusi e con loro venivano spenti i fuochi sacri; si fermavano le celebrazioni dei matrimoni romani e tutti si dovevano dedicare alle cure dei propri morti.
All’interno delle case poi, durante queste celebrazioni veniva svolto un particolare rito che assomiglia a quello che noi immaginiamo facessero le streghe nel Medioevo. Sembra proprio una fattura o un rituale magico; a condurre la cerimonia era una matrona, contornata da alcune fanciulle, che stavano proprio a rappresentare una sacerdotessa e le sue apprendiste. Questa doveva porre tre grani d’incenso sotto la porta per scacciare gli spiriti malvagi, dopo di che legare ad un fuso scuro dei fili e infine mettersi in bocca sette fave nere. Fatto questo doveva bruciare sul fuoco una testa di pesce che prima era stata cosparsa di pece e cucita con un amo di rame; su tutto questo veniva sparso del vino e quello che ne rimaneva doveva essere bevuto con le fanciulle. Chissà se Apicio, lo chef dell’antica Roma, aveva mai assaggiato questa ricetta della cucina romana! Questo particolare rituale dell’antica Roma, si dice facesse riferimento alla leggenda che racconta la storia della nascita dei Lari. La matrona, colei che conduce il rito infatti stava a rappresentare Lala o Lara, che la tradizione vuole essere una ninfa o la sorella di Giuturna. Quest’ultima era stata sedotta da Giove, in una delle sue infinite scappatelle e pare che questo tradimento era arrivato alle orecchie di Giunone, proprio per bocca della ninfa. Su tutte le furie, il Re degli Dei tagliò la lingua a Lara e poi la uccide; Mercurio, accompagnandola nel regno degli inferi approfittò di lei e da questo rapporto nacquero appunto i Lari, che da quel momento in poi divennero le divinità a protezione della famiglia.
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