“Po esse”, la frase dei dubbiosi
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Nel Lazio è talmente conosciuta come parola, che con il suo nome ci è stato intitolato anche un piatto di pasta. Sicuramente anche te l’hai sentita pronunciare qualche volta, sai però come nasce?
Deriva dalla parola “buro” e indica i contadini e i campagnoli che non vivono lontano dalla città eterna, ma che hanno dei modi di fare che non si addicono a quelli di un cittadino, perchè sono rozzi, da provinciale. Per questo motivo chi vive nelle campagne vicino Roma viene etichettato come “burino”.
Non è una parola che viene detta con cattiveria o con malizia, per cui anche se potrebbe sembrare fastidiosa, non bisogna d’offendersi qualora si dovesse sentir pronunciare. È semplicemente molto ironica.
Oggi la parola “burino” è talmente conosciuta che è praticamente inevitabile averla sentita almeno una volta, soprattutto all’interno del Lazio. Capita infatti che chi abita lontano dalla regione non la conosca.
Nonostante abbia delle origini secolari è comunque un termine che fa parte del dialetto di Roma ed è quindi normale che chi non vive nella città non sa bene cosa vuol dire.
“Burino” non è infatti un termine nato negli ultimi anni, ma diversi secoli fa, esattamente nei tempi in cui i pastori venditori di burro, meglio noti come “buro” andavano per le strade della città a vendere i loro prodotti. Poichè provenivano appunto dalla campagna, erano molto diversi dai cittadini per i loro modi di fare ed essere, dato che erano decisamente più rozzi.
Con il passare del tempo il termine “burino” è diventato particolarmente gettonato nel Lazio, oltre che amato. In suo onore è stato perfino intitolato un piatto di pasta, che viene appunto chiamato “alla burina“.
È molto semplice da preparare, perchè richiede l’utilizzo dei prodotti della terra, ovvero degli ortaggi e della salsiccia. Ricorda molto il ragù e infatti è tremendamente gustoso.
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