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Il Mosè è una delle opere più maestose realizzate da Michelangelo Buonarroti che oggi si trova nella Chiesa di San Pietro in Vincoli. È una statua tanto affascinante quanto particolare che nel 1900 è stata addirittura psicanalizzata da Sigmund Freud. Scopriamo però qualcosa di più a riguardo.
Il Mosè di Michelangelo è una delle statue più belle e famose di tutta l’Italia. Oggi si trova nel rione Monti, all’interno della Chiesa di San Pietro in Vincoli. Quest’ultima è una costruzione che fu realizzata per volere dell’Imperatrice Eudossia V con lo scopo di custodire un’importante reliquia appartenuta a San Pietro, ovvero una catena che tenne legato il Santo durante il periodo di prigionia a Gerusalemme. Nei secoli successivi la Chiesa divenne poi il luogo perfetto per ospitare il corpo di Papa Giulio II. Michelangelo fu scelto per realizzare una tomba degna per il Papa. I lavori iniziarono così nel 1505 ma non furono per nulla facili per il povero artista che considerò la commissione affidata “la tragedia della sepoltura“.
Michelangelo aveva come compito quello di realizzare un grande complesso tombale in onore di Giulio II ma alla fine riuscì soltanto a costruire una statua, il meraviglioso Mosè. Il rapporto che l’artista aveva con il Papa era poi burrascoso e i due non riuscivano proprio ad andare d’accordo. Oltretutto il Papa aveva nel frattempo affidato a Michelangelo una seconda importante commissione ovvero la realizzazione del soffitto della Cappella Sistina.
Michelangelo quindi impiegò diverso tempo nella realizzazione dell’imponente statua. All’inizio questa doveva trovarsi nella Basilica di San Pietro, il luogo in cui alla fine fu sepolto Papa Giulio II. I Papi che lo seguirono però fecero mettere l’opera a San Pietro in Vincoli.
Michelangelo realizzò quindi una statua magnifica, che raffigura Mosè, il personaggio della Bibbia che con una mano stringe le Tavole della Legge raffiguranti i 10 Comandamenti. La sua espressione è cupa e l’opera sembra così reale che le manca solo la parola. Le leggende raccontano che una volta terminato il Mosè, Michelangelo si chiese perchè questo non parlasse e per la disperazione diede una martellata sul ginocchio della statua.
Questo però è solo uno dei tanti racconti che vi sono dietro l’opera. Altre storie infatti raccontano del gonfaloniere di Firenze, che criticò l’opera di Michelangelo definendola sproporzionata. L’artista però che credeva fortemente in quello che realizzava, finse di ritoccare la propria scultura e la mostrò nuovamente al gonfaloniere, che ritirò la critica definendo il ritocco come perfetto. Si racconta poi di Michelangelo che sulla barba di Mosè ha voluto far intravedere il volto del poco a lui simpatico Papa, insieme a quello di una sua amante.
La chiacchierata statua contiene poi dei dettagli davvero strani, tra cui un paio di corna che si trovano sulla testa di Mosè. Queste sono state realizzate probabilmente a causa di una traduzione sbagliata delle Sacre Scritture. La Bibbia racconta che Mosè discese dal Monte Sinai con in mano le Tavole della Legge ed illuminato da due raggi di luce. In ebraico questa parola si pronuncia “karan” ed è molto simile a “keren” che vuol dire invece “corna“.
Il Mosè è quindi un’opera davvero affascinte che negli anni è stata oggetto di discussione e di analisi. La cosa incredibile è che è stata poi psicanalizzata da Sigmung Freud. Il fondatore della psicanalisi si è divertito per un certo tempo ad analizzare le opere d’arte ed i suoi realizzatori. Secondo i suoi scritti era ad esempio riuscito a definire il carattere di Leonardo Da Vinci basandosi sui ricordi dell’infanzia dell’inventore.
Quindi anche il Mosè è stato un paziente dello psicanalista che attraverso le espressioni della statua ed una lettura delle scritture è riuscito a capire perchè avesse un’espressione così seria. Mosè era appena rientrato dalla sua gente con le Tavole della Legge. Scendendo dal Monte Sinai aveva però notato che le persone nel frattempo stavano adorando un vitello d’oro come se fosse un dio, perchè credevano che Mosè non sarebbe più rientrato da loro. L’uomo andò quindi su tutte le furie per questo è stato scolpito con questo volto così serio. Secondo Freud però i lineamenti del volto della statua indicano che Mosè in quel momento si stesse calmando nonostante fosse deluso dal popolo che aveva tradito il proprio Dio.
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