Da “Daruma” all’Eur, il sushi e il relax vanno a braccetto
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È una cucina ricca di sapori ma composta da piatti poveri, che nascono con lo scopo principale di riempire lo stomaco. Tra questi c’è anche il picchiapò, che ai tempi veniva consumato in occasioni di festa poichè era preparato con degli ingredienti di maggiore qualità. Lo avete mai mangiato?
È una cucina in grado di far sentire le persone a casa, che con i suoi sapori riesce a conquistare anche i palati più esigenti.
Da anni da vita a dei piatti davvero gustosi, che vengono preparati con tanto amore e con estrema cura, anche se con pochissimi ingredienti, diversamente da come potremmo pensare.
Sono infatti molto semplici ma sono soprattutto realizzati con dei prodotti poveri. Nascono con il solo scopo di riempire lo stomaco, ma sono talmente deliziosi che finiscono per far innamorare chiunque li mangi.
Oggi questi piatti appartengono alla vita di tutti i giorni e noi ci siamo abituati a mangiarli con naturalezza e soprattutto a vederli serviti sia nelle tavole di casa, che nei ristoranti. Sono talmente deliziosi che a volte la gente fa anche il giro d’Italia per poterli assaggiare almeno una volta.
Un tempo però queste pietanze non venivano preparate con lo scopo di soddisfare il palato, ma per la necessità di riempire lo stomaco.
Nei tempi di povertà era davvero difficile acquistare degli alimenti di prima scelta, di conseguenza si prendevano dei cibi più semplici e meno costosi pur di riuscire a risparmiare qualche soldo.
Per esempio per preparare un piatto di carne, si compravano gli scarti e le frattaglie anziché i normali tagli. Costavano di meno e davano molta sostanza se accompagnati a degli ortaggi e ai sughi.
Solamente nei momenti di festa ci si riusciva a togliere qualche sfizio comprando qualche buon pezzo di carne. Quest’ultimo veniva fatto lessare con del brodo e subito dopo veniva mangiato con le verdure e il pane.
Il risultato finale era un delizioso piatto chiamato “picchiapò”. Ai tempi si consumava soprattutto durante le feste di Natale, nei momenti in cui la gente si riuniva intorno a un tavolo che era leggermente più ricco del solito e che in quelle occasioni era stato apparecchiato per far gioire sia lo stomaco che il palato.
Ai tempi quindi il picchiapò era qualcosa che si mangiava soprattutto per necessità, ma che ancora oggi si mangia in occasione delle feste natalizie, magari accompagnato ad altre pietanze.
Non è chiaro però perché si chiami con questo simpatico nome. Forse perché la carne lessata viene “picchiata” poco prima di aver raggiunto il suo livello di cottura affinchè sia ancora più morbida. O forse perché durante la sua cottura si riempie di brodo, esattamente come il “bicchiabò”, ovvero l’ubriaco, si riempie di vino.
Fatto sta che è un piatto davvero delizioso, che può far felici sia gli affamati di sostanza, che quelli di sapori.
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