“Tra Sacro e Profano” la pittura di Ulisse Scintu a Palazzo Ruspoli
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Era il 537 l’anno in cui i goti nel tentativo di conquistare Roma, subivano una delle prime grandi sconfitte contro i bizantini, che diversi anni dopo vinceranno la lunga guerra gotica.
È stata una prima fase della lunga guerra gotica quella avvenuta tra il 536 e il 538 tra i bizantini e i goti alle porte di Roma. Entrambi i popoli combattevano per lo stesso obiettivo, ovvero per conquistare ciò che restava dell’Impero romano d’Occidente che era crollato qualche secolo prima.
La guerra tra i bizantini e i goti era iniziata solamente un anno prima ma nessuno si aspettava che sarebbe durata così tanto. Tutto infatti era iniziato nel 535 con il generale Belisario che da Costantinopoli era sbarcato in Sicilia con l’obiettivo di risalire a Roma per poi recuperarla.
Con le sue truppe il generale era riuscito a entrare nella Capitale tramite la Porta Asinara e a rimanervi per circa un anno. L’anno successivo invece i goti guidati da Vitige si erano accampati alle porte della città, e si erano sistemati in sette campi.
Avevano circondato la metà settentrionale delle mura romane, quella che va dalla Porta San Pancrazio a Porta Tiburtina. Avevano poi tagliato gli acquedotti.
Per i bizantini i goti rappresentavano una minaccia davvero grande. Belisario aveva con se solamente 5000 uomini, mentre Vitige ne aveva oltre 30000. Doveva difendere ben 18 chilometri di mura per impedire ai goti di entrare e conquistare la Capitale. Era quindi una sfida davvero ardua ma nulla lo spaventava.
La strategia di Belisario era semplice. Voleva lasciar entrare il nemico alle porte della città per poi respingerlo tramite un contrattacco. Era una mossa che risultava vincente e che avrebbe permesso ai bizantini di difendersi dagli attacchi dei goti per poi attaccare a loro volta. Con questa strategia infatti i bizantini erano riusciti a bruciare alcune delle macchine da guerra dei goti.
Tuttavia durante i combattimenti i goti erano riusciti a conquistare la città di Porto, e avevano tagliato così ai bizantini ogni possibilità di rifornimento dal mare.
Nonostante tutto i bizantini sentivano di poter fronteggiare al meglio i goti. Ad affiancarli c’era un piccolo esercito di soldati e di civili volenterosi che avrebbero voluto liberare la città dalla presenza nemica. Belisario però non era del tutto convinto della forza del suo esercito, ma aveva cercato lo stesso di fronteggiare i goti.
Era uscito perciò dalla Porta Salaria e Pinciana e aveva schierato il suo esercito. Anche i goti avevano fatto di conseguenza. Nel frattempo un secondo esercito bizantino si era schierato nei pressi di Campo Nerone, una delle basi delle truppe dei goti.
Era così iniziata la battaglia. I goti erano davvero tanti ed erano riusciti a rinforzare il loro esercito ma i bizantini avevano potuto contare sulle loro strategie. Gli imperiali però anziché attaccare la base gota di Campo Nerone, avevano scelto di saccheggiarla e successivamente si erano ritirati a Roma.
Nell’inverno del 537 erano arrivate finalmente le truppe richieste da Belisario, che erano giunte nel porto di Ostia, che era ancora in mano ai romani. L’esercito bizantino era finalmente grande e poteva contare su numerosi soldati provenienti da ogni dove, dal Sannio, da Napoli e perfino dalla Tracia.
L’arrivo dei rinforzi aveva preoccupato Vitige e il suo esercito e aveva così deciso di chiedere a Belisario una tregua.
Tuttavia però la tregua accettata non era stata del tutto rispettata. I goti volevano comunque conquistare Roma con la forza, ma nel frattempo i bizantini avevano occupato Porto e Civitavecchia. Il mare era quindi totalmente in mano a Costantinopoli.
Belisario aveva quindi tutte le carte in regola per vincere il conflitto, per questo motivo aveva ordinato all’esercito di attaccare il Piceno che era presieduto dai goti. I bizantini lo avevano devastato e l’esercito goto si era ritirato a Ravenna. I bizantini erano però riusciti a raggiungere Rimini e avevano minacciato così Ravenna che distava solo un giorno da loro.
Per l’esercito di Vitige non c’era più scampo ed era stato così costretto a lasciare l’assedio. Il nemico quindi si era ritirato ma era stato raggiunto da Belisario e aveva così subito delle grandi perdite insieme a una delle grandi batoste che porteranno i bizantini a vincere la guerra.
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