“Po esse”, la frase dei dubbiosi
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È un termine molto usato nel linguaggio parlato che in generale vuol dire “perdere la testa”, ma che ha un significato che cambia in base al contesto in cui viene usato. Sapevate cosa significa “scapocciare”?
È un dialetto che ha sempre incuriosito le persone a causa dei tanti termini che ha e che spesso permettono di conoscere qualcosa in più su Roma. Sono tantissimi e molto spesso sono visti come delle guide turistiche un po’ atipiche perché in qualche modo rivelano dei lati inediti di Roma e dei romani.
Tanti invece finiscono per confondere chi non conosce il romanesco, perché hanno dei significati che variano a seconda del contesto in cui vengono usati o perché vogliono dire qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello che è il loro significato in italiano corretto.
A Roma la parola “scapocciare” ha un significato che cambia a seconda del contesto in cui viene usata. Normalmente con questo verbo s’intende l’azione del togliere la “capoccia” a qualcosa, ovvero la sua parte superiore, ma ci sono alcuni casi in cui il suo significato cambia totalmente.
Lo “scapocciare” viene anche usato nei momenti in cui si perdono le staffe a causa del nervosismo. Si perde la pazienza e appunto si scapoccia, spesso anche senza pensare alle conseguenze che può provocare un’azione del genere.
Lo “scapocciare” però non è il solo termine che in romanesco indica la perdita della pazienza da parte di qualcuno. Tra questi c’è senza dubbio lo sbroccare, che altro non è se non un modo più breve di dire “perdere la brocca”, di “perdere la pazienza”.
A questo ultimamente se ne aggiunge anche un altro, che è molto più comune tra i giovani. Si tratta dello “smattare”, ovvero del dare di matto in un momento in cui si vive una situazione complicata, che sembra non avere soluzione. Si perde quindi la pazienza e in questo caso anche la testa.
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