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Nanni Moretti, il regista della semplicità

foto di: Immagini prese dal web

Nanni Moretti è uno dei registi più famosi dell’attuale cinema italiano, che con i suoi film di cui è anche protagonista, riesce sempre ad emozionare.

Un regista spesso protagonista dei propri film

Nanni Moretti è un regista romano che nella sua carriera è diventato spesso il protagonista stesso dei suoi film.

La sua passione per il cinema nasce ai tempi dell’adolescenza insieme a quella per la pallanuoto che lo porta da adolescente a gareggiare nella serie A per la Lazio.

Appena terminati gli studi del liceo, con i suoi risparmi compra una cinepresa e inizia a realizzare dei cortometraggi. Qualche anno dopo nel 1975, gira il suo primo film “Io sono un autarchico” che racconta dei giovani nati nel 1968 e che diventa un cult segnando così l’inizio di una carriera epocale.

L’apice del successo arriva però nel 1993, con “Caro Diario”, un film che permette a Nanni di vincere il premio per la miglior regia al Festival di Cannes.

Nel 1998 esce invece “Aprile”, una commedia che ha regalato tante battute e nel 2001 “La stanza del figlio”, che invece ha fatto versare diverse lacrime e che ha permesso al regista di vincere il David di Donatello.

Il suo ultimo lavoro dopo “Mia madre” del 2015, è “Tre piani”, una commedia sul dolore che tutti attendiamo di vedere, in quanto è in uscita al cinema a settembre. Il film è già candidato alla Palma d’oro e durante la sua presentazione al Festival di Cannes ha ottenuto un lungo standing ovation. Le aspettative sono quindi alte e non vediamo l’ora di scoprire cosa ha inventato il regista per poterci nuovamente emozionare.

Film semplici ma d’impatto

Nanni Moretti ha la capacità di suscitare diverse emozioni attraverso i suoi film, apparentemente semplici, ma dal punto di vista emotivo intensi. Le sue storie di cui anche lui stesso è protagonista, raccontano la vita di tutti i giorni e parlano della gente comune con i loro svariati problemi.

In “Habemus papam” si narra ad esempio del papa, un uomo che apparentemente risulta perfetto e che dovrebbe guidare la Chiesa, ma che in realtà dimostra di essere più umano di quanto sembra, con i suoi demoni interiori.

In “La stanza del figlio” invece, si affronta con leggerezza il tema della morte prematura di un figlio, mentre in “Mia madre” si racconta di quanto sia difficile a volte separare la propria vita privata da quella pubblica.

Sono tutti argomenti apparentemente semplici, nei quali finiamo per rivederci e di conseguenza ci emozioniamo. Non è facile infatti arrivare alla fine di un film di Nanni Moretti senza prima aver riso o pianto. Le sue pellicole coinvolgono lo spettatore e gli permettono di ritrovarsi nel personaggio raccontato.

Una Roma “intima” come ambientazione

I film di Nanni Moretti sono principalmente ambientati a Roma, la città che lo ha accolto sin da piccolo diventando così una sorta di mamma adottiva.

Le pellicole però non mostrano i quartieri ricchi della città o i suoi lati profani come nei film di Fellini e Sorrentino anzi, sono spesso ambientate in quartieri piccoli ma al contempo intensi.

Ecce bombo” e “Io sono un autarchico” sono ad esempio girati a quartiere Prati e Via Trionfale, due zone poco conosciute di Roma che si trovano però accanto ai Musei Vaticani ed a Piazza San Pietro.

Nanni Moretti con il film “Bianca” fa poi scoprire alcune parti di Villa Borghese e dell’Aventino, ma soprattutto di Monteverde, un quartiere fiabesco, ricco di scalinate e giardini, nel quale sono state girate diverse scene del film.

In “Caro diario” invece, il regista stesso in moto ad una vespa, porta lo spettatore ad Ostia, il solo quartiere di Roma bagnato dal mare, non così noto a chi non vive nel Lazio, nel quale venne ucciso Pasolini nel 1975. Altre scene sono poi state girate nella Garbatella, una zona di Roma particolarmente trafficata seppur poco conosciuta ed anche tanto amata dal regista.