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Di culto protestante, la chiesa di San Paolo dentro le mura ha una storia molto particolare, essendo la prima chiesa di culto non cattolico nata a Roma dopo che diventò la Capitale d’Italia.
Potrebbe sembrare molto strana la storia di una chiesa non cattolica all’interno di Roma, ma fino a che nella Capitale dominava il Papa Re, nella culla del cattolicesimo non erano presenti chiese di altre confessioni, seppure queste fossero all’interno dell’alveo del cristianesimo. Così subito dopo aver unito l’Italia e soprattutto aver reso Roma la sua capitale, il regno guidato da Casa Savoia, diede il permesso a questa comunità episcopaliana di erigere la propria chiesa. Questo edificio sacro ora sorge lungo la bellissima via Nazionale, che collega Piazza della Repubblica con via Quattro Novembre e Piazza Venezia ma non sempre è stato qui. Infatti i primi cenni della comunità che ha poi costruito la chiesa risalgono almeno al 1859, anno in cui venne celebrata a Roma, in una casa a Trinità dei Monti, per la prima volta una Eucarestia secondo il rito protestante episcopale. Da quel momento in poi con il supporto del reverendo Langdon, la comunità episcopale si organizzò dandosi il nome di Grace Church, Chiesa della Grazia. La prima sede di questa chiesa non fu un edificio sacro, né tanto meno uno privato, ma un granaio, fuori Porta del Popolo, avuto nel 1866. L’avemo trattati ‘mpò male st’americani.

Subito dopo la conquista di Roma da parte dell’esercito italiano, questa comunità cominciò a intravedere una speranza nella costruzione di un edificio sacro dedicato a loro. Il passaggio fondamentale per avere una chiesa vera in muratura è il cambiamento della Costituzione dello stato italiano, in cui viene sancita la libertà di culto. Solo da quel momento in poi diverrà possibile edificare nuovi edifici di culto anche non cattolici. Il primo cambiamento all’interno della comunità è quello del nome, che dal 1871 cambia da Grace Church a San Paul Within the Walls ovvero San Paolo dentro le mura. I tempi diventano concretamente maturi quando nel 1873, nel giorno del 25 gennaio, festa della conversione di San Paolo, su via Nazionale, viene posta la prima pietra del nuovo edificio. La chiesa nascerà sui terreni acquistati dal nuovo reverendo Nevin, mentre il progetto sarà quello di una chiesa ispirata agli stili neo-romanico, neo-gotico e neo-bizantino.
Questi tre scuole artistiche sono distinguibili sicuramente dall’aspetto esteriore e dalla facciata di questa chiesa, costituita da strisce orizzontali di travertino e marmo rosa di origine senese. Anche la ricchissima lavorazione delle vetrate e del rosone, hanno l’impronta dei due stili medievali. L’interno invece è totalmente una sorpresa, con l’abside della chiesa completamente ricoperto da mosaici in stile bizantino, con delle figure realizzate con un classico stampo preraffaellita, tipiche dell’arte inglese di fine ‘800. Sulle navate viene riportata la storia di San Paolo ma la cosa veramente curiosa è ciò che troviamo nell’abside. Insieme al Cristo, in questa parte della chiesa troviamo raffigurati anche alcuni padri della chiesa che però assomigliano tremendamente a qualcuno che conosciamo. Alcuni dei volti di questi santi infatti sono dei ritratti di personaggi famosi nell’800, che poco hanno a che vedere con la chiesa: Sant’Andrea infatti ha il volto di Abramo Lincoln, mentre San Giacomo quello di Giuseppe Garibaldi; San Patrizio riporta le sembianze del generale Grant, uno dei protagonisti della guerra di Secessione Americana, mentre Sant’Ambrogio riporta la fisionomi di uno dei fondatori della chiesa, tale J. P. Morgan. Insomma un bel mix di sacro e profano!
Oltre ad essere la prima chiesa non cattolica di Roma, San Paolo dentro le mura è famosa anche per i numerosi concerti di musica classica e lirica organizzati durante l’anno. La conformazione dell’edificio infatti gli conferisce un’acustica quasi perfetta, che era veramente un peccato non sfruttare!
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