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Proprio così, dal trasferimento a Roma per vivere insieme alla sua principessa l’amore della sua vita, Franz Liszt si ritrovò nel giro di qualche anno frate o meglio, abate, come preferiva farsi chiamare lui, ma com’è successo?
È la seconda metà dell’800, in Europa imperversa in pieno la moda romantica e post-romantica; gli uomini e le donne scoprono veramente cosa significa l’amore, oltre ogni barriera economica e sociale e così, negli anni ’50 del diciannovesimo secolo, durante un tour proprio del pianista nella fredda Russia si incontrano Franz Liszt, pianista ungherese, noto per la sua fama da Don Giovanni, paragonabile a una rockstar degli anni ’70 per popolarità e bravura e la principessa Carolyne Wittgenstein, nobildonna di origini polacche. Il loro amore però, come qualsiasi storia romantica, nun poteva mica esse semplice, e come te poi sbajà? Infatti lei era già sposata, ma la passione per il musicista era irrefrenabile, tanto da scappare da suo marito e cominciare a vivere con Liszt a Weimar, città tedesca dove lui lavorava alla corte del duca.
Dopo circa dieci anni di convivenza nella famosa città tedesca, i due, spinti da una fede cattolica molto forte, decisero di trasferirsi a Roma. L’intento infatti era quello di cercare di annullare il vecchio matrimonio per poter convolare a nozze, proprio il giorno del cinquantesimo compleanno del musicista ungherese, il 22 ottobre 1861. Tutto sembrava pronto, tutto era preparato, pure la festa, te poi figurà e invece, come la migliore delle storie romantiche (o le peggiori delle storie sfigate, decidete voi), a poche ore dal matrimonio tutto viene bloccato dalla Russia. Il suo quasi ex-marito con l’aiuto addirittura dello Zar russo riuscirono a mandare tutto in fumo, facendo quindi sfumare anche i sogni di Carolyne e Liszt. I due la presero come un segno del destino, continuarono a frequentarsi, ma andando avanti il loro amore divenne sempre più platonico, soprattutto perché gli interessi di entrambi cominciavano a spostarsi dalle cose terrene a quelle celesti.
Sarà stata l’aria santa di Roma, sarà stata la vicinanza col Papa Re, sarà stato er Cuppolone, nun se sa, sta de fatto che, nel il 25 aprile del 1865 Liszt se fa frate francescano. Così a sorpresa, senza dire niente a nessuno, l’unica a saperlo era proprio Carolyne, che da grande credente anche lei, avallava con fervore la decisione. Iniziò così per Liszt una grande immersione nella musica sacra del tempo, scrivendo pagine memorabili. Come si suol dire, er lupo perde er pelo ma non il vizio, e infatti Liszt continuava a fare concerti, soprattutto nelle case delle famiglie nobili romani, tessendo una fitta trama di amicizie molto importanti. Tra queste si ricorda quella con la famiglia Caetani, che andava spesso a trovare nel suo palazzo vicino a Largo Argentina, a due passi dal teatro; divenne addirittura padrino di battesimo di Roffredo Caetani, che diede poi vita al meraviglioso Giardino di Ninfa.
Liszt però non riusciva a stare fermo e fatta molta amicizia con un cardinale tedesco, cominciò a essere suo ospite, nientepopodimenoche, nella sua residenza privata a Tivoli che aveva fatto appena ristrutturare: Villa d’Este. Nun j’era mica annata male a amicizie a Liszt, dimocelo! Il musicista ungherese infatti quando non era all’estero per affari o per tour, tornava a Roma, al fianco della sua principessa o a Tivoli per godere dell’aria buona, del fresco e pure del vino. Accanito fumatore di sigari chi andava a trovarlo diceva sempre di trovarlo avvolto in un una nube bianca di fumo, quasi irrespirabile. Dal suo soggiorno a Tivoli nacquero ulteriori composizioni pianistiche, non solo di ispirazione sacra, ma anche profana come i Giochi d’acqua a Villa d’Este, che ricordano le numerose fontane presenti all’interno della villa rinascimentale: vi lasciamo qui il video per ascoltare questa fantastica musica!
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