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Roma al metro, linea A, cosa si può visitare se si scende a Furio Camillo

foto di: Immagini prese dal web

Furio Camillo è una fermata della linea A della metropolitana di Roma, ecco cosa si può visitare in questa zona a cavallo tra la via Appia e il Tuscolano, tra chiese, parchi e molto altro

Cosa vedere se si scende a Furio Camillo

Furio Camillo è una fermata della linea A della metropolitana di Roma al confine tra i quartieri Tuscolano e Appio-Latino. Si trova sulla via Appia Nuova, vicino all’incrocio con via Cesare Baronio e viale Furio Camillo, da cui prende il nome. Ecco cosa si può visitare se si scende a questa fermata capitolina. Dal teatro Furio Camillo alla Villa Lais, parco pubblico a disposizione della cittadinanza, fino alla Basilica di Santa Maria Ausiliatrice.

L’esterno della basilica

La facciata della basilica è divisa in due ordini. Nell’ordine inferiore, quattro colonne sormontate da un architrave e da un timpano coronano l’ingresso principale del tempio. Nell’ordine superiore è ripetuta la stessa monumentalità, solo che le colonne si riducono a due e al posto del portone vi è una grande finestra. Il tutto è sormontato da una balaustra al cui centro è posta una statua della Madonna col Bambino, Maria Ausiliatrice. La facciata ha, lateralmente, due torri campanarie, che ospitano un concerto di otto campane.

Gli affreschi e le opere dell’interno

L’interno è un misto di croce latina e greca, a tre navate; le pareti e il soffitto sono decorati con affreschi  d’ispirazione barocca, realizzati da Giuseppe Melle tra il 1957 e il 1965. Il pittore don Melle, oltre che un artista di valore, era un buon teologo. In basilica ha rappresentato numerosi temi nei seguenti cicli pittorici: mariano, ecclesiale, eucaristico e salesiano. Nella cupola sono rappresentati gli angeli con la Vergine Assunta. Nel tamburo sono raffigurati gli episodi narrati nella Sacra Scrittura e i dogmi mariani.

Nel catino è rappresentata la sovranità di Maria Santissima sugli angeli e sull’umanità. Più in basso trovano posto in primo piano gli apostoli e gli evangelisti, quindi i martiri e in fondo i confessori (santi non martiri) e i vescovi. Don Melle, insomma, ha potuto rappresentare meglio il pensiero di don Bosco come non vi era riuscito invece il Lorenzone nel quadro di Torino. Si noti poi come l’artista si sia anche ispirato a La disputa del Santissimo Sacramento e a La scuola di Atene, affreschi delle Stanze di Raffaello in Vaticano. La statua di Maria Ausiliatrice domina al centro del catino. Corone e scettro furono benedetti da papa Paolo VI il 5 dicembre 1965 al termine del Concilio Vaticano II.