“Po esse”, la frase dei dubbiosi
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A volte sono delle perfette guide turistiche e a volte delle maestre di vita. Non sempre però le espressioni romanesche sono facili da capire. In alcuni casi il loro significato può essere frainteso, come nel caso del modo di dire “se non è zuppa è pan bagnato”.
A volte i proverbi oppure le espressioni popolari possono essere degli ottimi mezzi che permettono di conoscere meglio un certo luogo. Ne racchiudono l’essenza e in molti casi raccontano anche le storie della gente che lo abita.
Sono quindi delle perfette guide turistiche e a volte anche delle piccole insegnanti, in grado di regalare dei piccoli consigli e delle lezioni di vita. Proprio a Roma c’è per esempio il detto “Sparagna, sparagna, arriva er gatto e se lo magna“, ovvero “risparmia, risparmia, arriva il gatto e se lo mangia”, che in modo simpatico invita a godere delle piccole fortune e ricchezze della vita. Oppure c’è il detto “Mejo faccia tosta che panza moscia“, ovvero “meglio avere una faccia tosta che la pancia vuota”, che sprona ad essere coraggiosi e senza vergogna per sopravvivere nella vita.
In alcuni casi però le espressioni popolari sono semplicemente dei modi di dire, come nel caso di “Se non è zuppa è pan bagnato“. Si tratta di un detto romanesco che viene usato per indicare il fatto che una cosa o una persona continua ad essere la stessa nonostante sia presentata in modo diverso.
È una frase che non sempre viene capita, perchè spesso la parola “zuppa” viene fraintesa con la classica zuppa romana. In realtà in questo caso la parola “zuppa” vuol dire semplicemente “fetta di pane bagnato”. È un termine gotico che deriva da “suppa”.
È quindi un’espressione che di primo impatto può confondere, dato che tra le protagoniste della tradizionale cucina romana ci sono anche delle deliziose zuppe. Probabilmente la più conosciuta è però la vignarola, una zuppa a base di fave, carciofi, lattuga e piselli. Sono tre ingredienti molto diversi tra loro ma che insieme vanno cotti a fuoco all’interno di una pentola per generare come risultato finale una bella esplosione di sapori.
Un’altra zuppa conosciuta a Roma è poi la stracciatella. I suoi ingredienti principali sono le uova che vanno prima mischiate con del parmigiano e poi tuffate in un brodo caldo. Solitamente si mangia a Pasqua ma è una vera delizia a gustare tutto l’anno.
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