"Troppi galli a cantà non se fa mai giorno" un caotico modo di dire
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È un’espressione che in pochi conoscono all’infuori delle mura di Roma e che in italiano si traduce come una grande caos generato da una grande folla. Ma come nasce la parola “pipinara”?
Non è chiaro il modo in cui nasce questo simpatico termine, che da diverso tempo è parte di uno dei dialetti più conosciuti di sempre, ovvero il romanesco.
È una parola che solitamente viene pronunciata nelle frasi nel momento in cui una persona si trova davanti a una grande folla, che in genere crea un’enorme confusione. Ed è anche in questi momenti che ai romani viene naturale lamentarsi della presenza di una “pipinara” che disturba la loro quiete.
Tuttavia è difficile capire da quali termini possa derivare questa buffa esclamazione. Probabilmente però nasce da “pipino“, una parola che in romanesco significa “pidocchio”. Di conseguenza la “pipinara” potrebbe essere inteso come un insieme di fastidiosi pidocchi, anche se questo ci porterebbe a credere che la “pipinara” sia riferita soprattutto a un gruppo di bambini vivaci.
Tempo fa la parola “pipinara” era usata semplicemente per indicare un caotico gruppo di bambini, ma poi negli anni il suo significato è cambiato. Ha smesso infatti di riferirsi esclusivamente ai più piccoli e ha quindi iniziato a essere un termine generico.
Oggi quindi la “pipinara” si riferisce a chiunque; agli uomini, alle donne e ovviamente anche ai bambini.
È un temine piuttosto simile alla “caciara” e alla “cagnara”, ma che fa riferimento a un caos generato da una folla e non alla confusione in sé. Una parola che difficilmente poi si sentirà pronunciare all’infuori delle mura della Capitale, essendo prettamente romanesca.
La “pipinara” è quindi un’espressione popolare, di cui difficilmente si sente parlare se si esce dalle mura di Roma o dai sui dintorni. Anzi è probabile che fuori dalla Capitale questa parola sia addirittura sconosciuta.
All’interno della città è invece un termine molto usato, sia nelle esclamazioni che addirittura in alcune poesie.
Sembra infatti che non troppo tempo fa qualcuno abbia scritto una poesia sulla “pipinara”, attraverso la quale si è divertito a spiegare in versi il significato di questa simpatica parola. A scriverla pare sia stato il poeta contemporaneo Stefano Agostino, un grande ammiratore della poesia di Belli, Trilussa e Pascarella e un amante della poesia in sé, che in pieno romanesco ha voluto dedicare uno scritto anche alla pipinara.
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