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Il Carnevale, una festa dedicata alla libertà ed al caos

foto di: Immagini prese dal web

Sono sempre più vicini i giorni di Carnevale, quei momenti durante i quali la gente decide di mascherarsi, trasformandosi così in qualcosa. Ma come veniva festeggiato il Carnevale ai tempi dell’antica Roma?

Una festa in onore del caos

Tutti amano il Carnevale, quella festa durante la quale per alcuni giorni ci si può mascherare e trasformarsi così in qualsiasi cosa, persino in un oggetto oppure un animale. Il Carnevale è la festa nella quale non esistono dei freni o delle regole ma ogni cosa viene concessa, persino gli scherzi più pesanti. Si celebra infatti la libertà e le città si riempiono di carri allegorici, maschere e coriandoli.

Anche ai tempi antichi avveniva qualcosa di simile. I greci per esempio al momento dell’equinozio celebravano una festa nella quale il caos faceva da protagonista. Era una festa dedicata a Crono, il dio che dal caos era riuscito a riportare l’armonia. In quelle giornate infatti per le strade passava un grande carro allegorico che raffigurava il dio che era venuto a portare la pace.

Perfino ai tempi di Babilonia veniva festeggiato qualcosa di simile al Carnevale. In occasione del nuovo anno le vie della città si riempivano di gente e di carri che raffiguravano il sole, la luna ed i vari segni dello zodiaco. Erano dei momenti nei quali la pazzia non aveva limiti e la gente poteva lasciarsi andare come meglio voleva.

I Saturnali, delle feste senza freni

Anche nell’antica Roma la gente celebrava una festa simile al Carnevale che tutti conosciamo. Questa avveniva nel mese di dicembre, nel periodo dell’attuale avvento cristiano, e si chiamava Saturnalia. Era infatti una festa che si celebrava in attesa del solstizio d’inverno e del ritorno del sole.

Per questo motivo infatti veniva festeggiata in un momento in cui le giornate erano molto corte mentre le notti erano invece interminabili.

I Saturnali erano poi delle festività che duravano alcuni giorni e che la gente viveva come un momento di libertà e di follia, durante il quale si ballava, si beveva molto ma soprattutto ci si mascherava.

Erano quindi dei momenti in cui tutti si davano alla pazza gioia ed il mondo in un certo senso si capovolgeva. In modo particolare durante la “giornata dei folli” la gente si scambiava addirittura di ruolo nella classe sociale. Gli schiavi per un giorno diventavano quindi i padroni e viceversa.

La libertà in attesa della Quaresima

Nei secoli quindi il Carnevale è rimasto una festa allegra, che celebra la libertà ma soprattutto la follia. Anche con la venuta della religione cristiana il Carnevale ha continuato ad essere un momento liberatorio nel quale ogni cosa era concessa. La gente quindi continuava a fare scherzi, a compiere follie ma soprattutto a mascherarsi per eliminare per un giorno le differenze tra le classi sociali ma soprattutto per liberarsi dalla pesanti catene della Chiesa.

Oggi il Carnevale viene ancora visto come un momento giocoso, durante il quale si mangiano dolci a volontà. Per la religione questa festa viene invece vista come l’ultimo periodo di libertà che precede la Quaresima, un momento di digiuno e sobrietà in attesa della Pasqua. Pare infatti che la stessa parola “Carnevale” venga dal latino “Carnem levare” proprio per indicare il periodo di festa che avviene prima della Quaresima.