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Montecitorio: nascosta in un deposito è stata ritrovata un’altra Gioconda, identica a quella del Louvre. È di Leonardo?
Che La Gioconda abbia ritrovato la strada di casa? Questa è la domanda che sorge spontanea alla notizia del ritrovamento di una Gioconda, identica a quella esposta al Louvre, in un deposito di Montecitorio. Simile, se non identico all’originale, il dipinto, databile intorno al ‘500, pare facesse parte della collezione di opere di Villa Torlonia.
Come dicono gli esperti, potrebbe trattarsi a tutti gli effetti di un’opera di Leonardo. Per la precisione, di una copia de La Gioconda del Louvre, realizzata dalla bottega di Leonardo Da Vinci, e a cui lo stesso artista potrebbe aver partecipato.
ArteCamera, il sito parlamentare si guarda bene dal dire che si tratti di una replica al modello parigino, probabilmente messa a punto dagli allievi del grande maestro cinquecentesco. Eppure, i due abili restauratori Antonio e Maria Forcellino continuano a sostenere la versione secondo cui Leonardo sarebbe in qualche modo intervenuto nella sua realizzazione.
Per la Monna Lisa di Roma, secondo quest’ipotesi, non solo gli allievi utilizzarono i colori e la tavolozza di Leonardo, ma il maestro stesso mise mano a certe sfumature, che sembrano oggi frutto della stessa tecnica che può osservarsi nel dipinto del Louvre.
Nel catalogo della mostra romana del 2019 Leonardo a Roma, influenza ed eredità, i due restauratori scrivevano infatti: «la tecnica pittorica è così raffinata da lasciare presupporre che lo stesso Leonardo abbia messo mano alla definizione chiaroscurale del volto dato che non si conoscono altri pittori ai quali possa essere riferito un tratto così leggero nella resa dello sfumato».
Il mistero, insomma, si infittisce, tanto quanto l’enigma che è da sempre legato allo sguardo del quadro. Che Roma abbia avuto una prima versione della celebre Gioconda prima che Leonardo andasse in Francia nel 1517?
Il caso continua a far discutere il mondo dell’arte. Stiamo parlando di una delle opere più famose e più ammirate di tutti i tempi. Tra le tante voci, molte sostengono che, sebbene possa dirsi valida la versione dei Forcellino, e cioè che si tratti di un dipinto proveniente dalla bottega del genio Da Vinci, non si riscontrerebbe la sua mano.
In particolare, spiega lo storico dell’arte Claudio Strinati, non si ravvedrebbe all’interno di questa Gioconda la qualità eccelsa di Leonardo. I dettagli e le similitudini con l’originale sono evidenti, è vero, ma la fattura del dipinto non risponderebbe all’impronta del maestro, risultando al contrario di minor livello rispetto a quella esposta al Louvre.
Vittorio Sgarbi la definisce addirittura «un modesto dipinto da arredamento» e ancora «l’incubo di Leonardo» più che la sua ombra. D’altra parte, fosse stato sul serio un capolavoro del più grande uomo d’ingegno del Rinascimento sarebbe di certo stata restituita ai musei.
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