“Po esse”, la frase dei dubbiosi
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Un vero romano sa cosa vuol dire, ma chi non conosce questa parola si ritrova spesso a confondere il suo significato con quello di un’altra parola. In realtà quello del “dasse” è proprio un altro.
È uno dei dialetti più affascinanti di sempre ma allo stesso tempo è anche uno dei più difficili da capire, a causa dei tanti vocaboli che lo compongono e che spesso assumono dei significati diversi da ciò che può sembrare.
Spesso infatti chi non lo conosce va in confusione nel sentirlo parlare e si ritrova a confondere una parola con l’altra, ma semplicemente perchè il romanesco ha così tanti vocaboli simili all’italiano corretto ma con un significato totalmente diverso, che è inevitabile sbagliarsi.
Sicuramente una delle parole che manda molto in confusione chi non conosce il romanesco è il “dasse“, che in italiano corretto corrisponde alla parola “dare” ma che in realtà ha ben poco a che vedere con questo significato.
Normalmente il “dasse” vuol dire “andare” “fuggire“, per cui se si sente dire da una persona una frase che contiene parole come “damose” oppure “ao se damo?” non bisogna fraintendere e pensare che la persona in questione voglia dare qualcosa, ma piuttosto intuire che questa voglia andarsene da un certo luogo.
Questo è quindi il significato principale del “dasse”, ma in realtà non è l’unico.
Ci sono dei contesti in cui questa parola cambia completamente di significato, soprattutto se viene accompagnata da altri vocaboli, che solitamente sono “na calmata” e “na regolata“.
In questi casi infatti il “dasse” torna ad avere il significato che normalmente assume il “dare” in italiano corretto. Il “dasse na regolata” e il “dasse na calmata” indicano quindi dei normalissimi inviti a mantenere la calma oppure una certa situazione sotto controllo e non ad andare via, come normalmente significherebbe il singolo “dasse”.
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