Le fettuccine alla papalina, uno dei piatti più raffinati della cucina capitolina
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Il 25 ottobre si festeggia la giornata mondiale della pasta, l’alimento più amato da tutto il mondo ma soprattutto dagli italiani, i suoi primi consumatori.
Il 25 ottobre è un giorno sacro per ogni italiano, poichè viene celebrato il “Pasta Day” ovvero la giornata mondiale della pasta.
Nell’arco di un anno il calendario contiene molte feste dedicate al cibo, dalla giornata in onore della mortadella a quella della carbonara. È quindi inevitabile onorare per un giorno anche l’alimento più amato da tutti, la pasta.
Ogni anno vengono divorati milioni di tonnellate di pasta e chiaramente l’Italia ne è la consumatrice principale. Dopotutto la pasta è un alimento che nasce in Italia e che poi diventa patrimonio mondiale.
È un cibo che nelle tavole non può mai mancare. Non è neanche un caso infatti che questo in italiano venga definito “primo piatto” mentre la carne si accontenta di essere considerata semplicemente come “secondo”. Purtroppo però non tutti possono avere la fortuna di mangiare un buon piatto di pasta. Le statistiche infatti riportano che sono sempre più le persone che nel mondo soffrono la fame.
Questa giornata mondiale però può essere un’occasione per cambiare per un giorno le cose, donando un piatto di pasta a chi ne ha davvero bisogno. Il sito “Al Dente” per il 25 ottobre 2021 ha proposto una gara solidale ed ha invitato tutti i pastai del mondo a preparare un buon piatto e a postarlo sui social con l’ashtag “have a good pasta“. Ogni foto pubblicata verrà riportata sul sito dell’iniziativa e se il totale di queste arriverà al numero di trecentomila, permetterà a trecentomila persone bisognose di poter mangiare della pasta almeno per un giorno.
Oggi conosciamo la pasta in mille forme e varianti ma secoli fa non era così facile da preparare. Inizialmente infatti esisteva un solo tipo di pasta, lo gnocco che veniva realizzato semplicemente ricavando delle palline dall’impasto. Successivamente si imparano ad utilizzare i primi piccoli strumenti per dare alla pasta altre forme. Nascono così le prime orecchiette, le trofie ed i cavatelli.
Solamente tempo dopo ci si accorge che facendo pressione sull’impasto con un oggetto cilindrico, è possibile dargli una forma liscia, realizzando così una sfoglia. È così quindi che hanno origini le lasagne e successivamente le pappardelle toscane, le paparelle veronesi e le amate fettuccine romane.
La stessa sfoglia permette poi di realizzare le prime paste corte, come le farfalle e le garganelle. Questa veniva pressata con uno stampo chiuso che gli dava una forma, ma successivamente si è passato anche a quello forato. Nascono poi le prime presse meccaniche e le trafile, quelle piastre forate che danno oggi una forma alla pasta. È cosi che ad esempio nascono gli spaghetti e successivamente tutti gli altri formati di questo tipo di oro essiccato di cui non ci si stanca mai.
Anche a Roma la pasta è un alimento sacro. È il protagonista delle tavole romane ma è anche un ottimo attore nel mondo del cinema. È stato spesso presente nei film di Alberto Sordi, in modo particolare nella pellicola “Un americano a Roma“, nella quale nasce la celebre frase “Maccherone, m’hai provocato e io me te magno“. Alla fine infatti la pasta è questo, un alimento provocante al quale è impossibile resistere. A Roma poi viene preparato in tutte le salse. Alla cacio e pepe, amatriciana, carbonara, alla zozzona o semplicemente guarnita con dell’aglio fresco, dell’olio e del peperoncino perchè alla fine la pasta è come il colore nero, sta bene cò tutto.
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