Con “Il grido interiore” Munch approda a Palazzo Bonaparte
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Le hanno dedicato delle statue e perfino lo stemma di una squadra di calcio. La lupa è oggi uno dei simboli più amati della Capitale ed è anche la protagonista di uno dei suoi tanti detti. Conoscevate l’espressione “Me pari la lupa del Campidojo”?
Tutte le grandi città hanno dei simboli che le rappresentano. Alcuni di questi sono dei monumenti storici da vedere almeno una volta nella vita. Basta pensare alla sfinge egiziana oppure al Partenone di Atene, che ogni giorno ricevono la visita di migliaia di turisti.
Altre città sono invece rappresentate da costruzioni più recenti, ma sono così famose da essere conosciute in tutto il mondo. Tra queste c’è la famosissima Torre Eiffel che è stata costruita sul finire del 1800 in occasione dell’esposizione universale e che oggi è il simbolo della Francia.
Anche a Roma ci sono alcuni simboli che rappresentano la città. Il primo per eccellenza è l’anfiteatro Flavio, conosciuto meglio come il Colosseo. A questo poi si aggiunge la cupola di Michelangelo, che dalla Basilica di San Pietro veglia su tutta la città.
Un terzo simbolo della città eterna è poi la lupa, che insieme a Romolo e Remo è stata la protagonista della leggenda della nascita di Roma. È un animale a cui i romani sono molto affezionati. Alla lupa infatti è stato dedicato lo stemma della squadra di calcio della Capitale, ma anche il nome di alcune strade, come ad esempio la Via della Lupa.
Probabilmente la lupa oggi è l’animale preferito dai romani ma ai tempi dell’antica Roma era addirittura considerato come sacro. Pare infatti che il dio Marte apprezzasse molto la lupa, che aveva salvato e allattato i suoi figli Romolo e Remo, prima che questi venissero trovati dal pastore Faustolo.
Tutti quindi amavano la lupa e la rappresentavano sempre insieme a questi due fortunati bambini e con il passare degli anni è diventata quindi il simbolo di Roma. Probabilmente però la raffigurazione della lupa più famosa è la “Lupa Capitolina” che oggi è custodita nei Musei Capitolini.
Si tratta di una statua che è stata donata da Papa Sisto V nel 1400 ma che all’inizio raffigurava solamente la lupa. Pare infatti che solo qualche anno vi siano stati aggiunti anche Romolo e Remo. Negli anni poi in tanti hanno cercato di riprodurre la statua creandone diverse copie, ma l’originale la custodisce il museo della Capitale.
La lupa di Roma però non è soltanto il simbolo di Roma, ma anche la protagonista di uno dei suoi detti. Sembra infatti che a Roma si utilizzi la frase “Me pari la lupa del Campidojo” per indicare qualcuno che non riesce a stare fermo.
La lupa del detto in questo caso non è però la famosa statua dei Musei Capitolini ma una lupa in carne e ossa. Sembra infatti che qualche anno dopo la “breccia di Porta Pia” il sindaco di Roma abbia messo sul Campidoglio una gabbia con dentro una lupa. Per diversi anni l’animale era rimasto nella gabbia perché era diventato una grande attrattiva per i romani, che andavano sempre a vedere questa lupa che camminava avanti e indietro per la gabbia.
Aveva un movimento agitato e per questo motivo hanno iniziato a paragonare le persone irrequiete con questo povero animale, che dopo diversi anni è stato lasciato in libertà.
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